Aristide Bava

SIDERNO – E se anche la Locride si organizzasse seriamente per dare vita al “Turismo delle radici” ? Su questo tipo di turismo si sono, in questi giorni, accessi i riflettori, per una iniziativa dell’ Università della Calabria che ha ripreso questo progetto che fa parte di una strategia integrata per la ripresa del turismo nell’ Italia post Covid. Un turismo che punta all’investimento nei borghi antichi grazie anche al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Nella sostanza questo progetto propone un vasto raggio di offerte turistiche mirate soprattutto al coinvolgimento del grande numero di oriundi italiani sparsi nel mondo . E chi, meglio di un territorio come questo della Locride che ha vissuto in maniera fortemente “pesante” il dramma dell’emigrazione negli anni del dopoguerra può vantare numeri molto rilevanti di emigrati o loro discendenti, dislocati in tanti Paesi, che sarebbero molto propensi a riscoprire i luoghi delle loro origini o dei propri avi ? D’altra parte sul territorio non mancano le esperienze positive in questo settore – anche se negli anni passati gli operatori turistici lo avevano più semplicemente indicato come ” Turismo di ritorno” .

 

Il cronista ricorda quando alcuni autorevoli esponenti dell’ Associazione dei Calabresi di Buenos Aires ( Maria De Los Angeles, Carlos De Leo , e Eugenia De Rio ) ebbero a promuovere visite in loco alla ricerca di tracce di loro Familiari arrivando a consultare anche gli archivi dei Comuni per avere notizie ufficiali. E già allora si capì che la rinascita dei Borghi antichi e lo sviluppo turistico potevano essere strettamente legati a queste dinamiche capaci di coinvolgere migliaia e migliaia di Calabresi. D’altra parte è stato stimato che, nel mondo,sono circa ottanta milioni gli oriundi italiani e tantissimi di questi hanno le loro “radici” nel territorio della Locride. Allora forse il discorso era prematuro e basato su fatti specifici. Adesso si è capito finalmente che una seria programmazione progettuale potrebbe aprire grandi possibilità. Un turismo che, se praticato su basi serie e con tutti gli accorgimenti necessari che non rimangano fatti contingenti e sporadici potrebbe essere veramente dirompente per questo territorio e diventare un potenziale incredibile per la qualificazione e la riscoperta dei nostri borghi antichi portandosi appresso effetti positivi a cascata in diversi comparti.

La riscoperta dei luoghi di origine, della cultura, dei modi di essere, dell ‘enogastronomia, delle tradizioni sono, infatti, tutti elementi che certamente potrebbero incidere in modo significativo sul tessuto sociale ed economico delle comunità della Locride. Però è necessario, come indicano gli studi universitari, un piano complessivo che sia capace di promuovere appieno questo “turismo delle radici” . E, intanto, per cominciare a bruciare i tempi , mettere a sistema l’esistente ed investire anche nella formazione e nella cosiddetta ospitalità diffusa. Insomma opportunità da cogliere subito con la consapevolezza di avere la fortuna di un territorio per certi versi meraviglioso, ricco di tante risorse, che può trovare uno slancio notevole accogliendo una iniziativa progettuale tanto importante qual’è, appunto, quella del turismo delle radici, E’ indubbio, come ormai hanno accertato gli esperti del settore, che il potenziale di questa importante “fetta” del turismo è enorme.

Nel turismo delle radici c’è una forte nicchia di mercato, che un territorio come questo della Locride, non può fare a meno di sfruttare e forse i nostri operatori turistici , che per fortuna non sono più all’anno zero, devono sfruttare meglio, e di più, puntando al tanto auspicato turismo permanente e non a quello “mordi e fuggi”. Inutile aggiungere che bisogna partire da subito magari cercando di sfruttare l ‘utilizzo, a fini turistici, dell ‘enorme patrimonio edilizio occupato soltanto un mese all’anno e incentivare, finanche, la creazione, ove possibile, di paesi albergo. Il segreto, anche in questo campo, è la sinergia . Negli ultimi anni gli operatori turistici hanno dato segni positivi anche in questo campo. Adesso c’è l’occasione per uscire dal limbo dell’incertezza e puntare ad una valorizzazione completa del territorio puntando anche alle possibilità del Pnrr. Sarebbe bello, quanto importante, non perdere questa importante occasione.