La strada (ss 106 Jonica) tra Africo e Bianco è interrotta da diverse ore a causa della esondazione del fiume “La Verde”. Migliaia di persone sono costrette a rimanere ferme nelle aeree geografiche interessate, in attesa che la viabilità venga ripristinata. La speranza corale è che nessuno dei cittadini ostaggi di questo maltempo, abbia la necessità di fare ricorso a cure ospedaliere. In questo denegato caso bisogna attendere il soccorso da Reggio Calabria, salvo ulteriori frane.

Per noi cittadini della locride, “la resilienza “è una riserva di vita ineguagliabile, al di fuori ed al di sopra della “resilienza” che caratterizza altre zone di Italia. Gli italiani, tutti, attendiamo lo sprigionarsi dei benefici del PNRR, acronimo per metterci a cuccia e con museruola ben inserita. Ma di fronte a qualcosa di inimmaginabile nel 2021, come la interruzione di un tratto di strada, l’unico, per 200.000 persone alle quali viene negato il diritto di vita, lavoro, studio e sicurezza, cos’altro dovremmo umanamente essere per dichiararci resilienti?
È possibile che il prefetto, il questore, i commissari ospedalieri non si rendano conto che il popolo jonico è stremato dal continuo uso ed abuso della resilienza? Che vorrebbe una dimensione di serenità e semplicità per la fruizione al diritto alla vita? La verità amara è una :chi la resilienza di affrontare le avversità e di superarle la conosce, non la perde. Chi la ignora, non ha la voglia di imparare cosa significhi. (P) overi( N) oi (R)imasti (R) esilienti.
Cesare Pavese, ne il ” mestiere di vivere” diceva : un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli… ” E non sentirsi soli, aggiungo io.

Pino Mammoliti fb