L’OLIVO GERACESE

La varietà di olivo GERACESE o GROSSA DI GERACE presenta anche altri sinonimi: “Mammolese”, “Paesana”, “Geracitana”, “Dolce”.
E’ la varietà che caratterizza da più di un secolo tutto l’areale olivicolo dello jonio reggino ed in particolare l’alto jonio reggino identificabile con l’area della Locride: da Palizzi-Brancaleone fino a Monasterace. Ha la massima diffusione in agro di Gerace e Locri. La diffusione complessiva è dell’ordine di 10.000-12.000 Ha.
La pianta si presenta con un habitus vegetativo abbastanza contenuto, con altezze che raramente superano i 3 metri grazie ad un allevamento tendenzialmente a globo che mira a mantenere bassa la chioma per una raccolta immediata, spesso manuale, che determina grande qualità della materia prima “oliva” e del prodotto finale “olio”. I dati sperimentali indicano una parziale idoneità alla raccolta meccanica (rese oscillanti tra il 60 e il 70%), peraltro poco o affatto diffusa. L’epoca ottimale di raccolta è metà ottobre-inizi novembre.
In particolare:
Albero: di media vigoria con portamento assurgente-espanso e chioma relativamente folta.

Rami fruttiferi: hanno portamento in prevalenza assurgente, internodi corti (1,8 cm) e numero di rami anticipati medio-elevato.

Foglie: di medie dimensioni, ellittico-lanceolate, lembo piano-iponastico e  di colore verde intenso.
Infiorescenze: sono piccole e compatte, con numero medio di fiori pari a 13; l’aborto dell’ovario risulta in media del 20%.
Drupe: di dimensioni medio-piccole  (peso di 2,3-3 g), hanno forma obovata, leggermente asimmetrica; a maturazione completa il colore è nero vinoso.
Il rapporto polpa/nocciolo è di poco superiore a 4.  
In seguito ad analisi del DNA, si evince che la cultivar “Grossa di Gerace” è un’entità genetica molto distante dalle altre principali cultivar calabresi. La “Grossa di Gerace” mostra una parziale autofertilità; la cultivar che più frequentemente si ritrova consociata per incrementare l’allegagione è la “Sinopolese”. Negli ultimi anni vi è stato un incremento sostenuto delle varietà di Nocellara. L’invaiatura è scalare, così pure l’inoliazione che supera il 20% a dicembre. Relativamente bene adattata al clima caldo-arido dell’areale di coltivazione, risulta poco colpita dall’Occhio di pavone e dalla Rogna dell’olivo. Le produzioni unitarie sono medie e molto alternanti. La produzione complessiva è destinata in massima parte al frantoio, mentre una quota ridottissima era destinata alla lavorazione come oliva da mensa ma ad uso familiare. Da qualche anno si riscontra un grande interesse per l’utilizzo della varietà “Grossa di Gerace” come olivo da mensa destinato alle conserve, alle preparazioni in salamoia, al patè, alle tipiche “olive schiacciate”.
L’oliva Geracese, è presente dal 2000 nel registro Mipaaf dei PAT (Prodotti Agricoli Tradizionali). Le sue caratteristiche e la tradizione che contraddistinguono la varietà e la coltivazione possono risultare basilari per l’ottenimento del marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta).
fonte: http://www.comunitadellolivogeracese.com/