Come riporta Rocco Muscari nel suo articolo completo pubblicato sull’edizione cartacea di Gazzetta del Sud – Reggio, oggi in edicola, è stata fissata al primo marzo l’udienza preliminare davanti al Gip distrettuale di Reggio Calabria a carico dei 115 indagati dell’operazione “Eureka” per i quali la Procura Distrettuale Antimafia reggina ha chiesto il rinvio a giudizio. Nel corso dell’udienza, che si celebra nell’Aula bunker di Viale Calabria, è previsto il conferimento dell’incarico peritale per la trascrizione delle intercettazioni. Le persone offese individuate sono il Ministero dell’Interno, la Regione Calabria e il Comune di Bianco.

La Procura distrettuale reggina, diretta dal dott. Giovanni Bombardieri, contesta agli indagati varie accuse, che vanno, a vario titolo e con modalità differenti, dall’associazione per delinquere di stampo mafioso all’associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti (con l’aggravante della transnazionalità e dell’ingente quantità), dalla produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti, alla detenzione/traffico di armi anche da guerra, ed ancora riciclaggio, favoreggiamento, procurata inosservanza di pena, trasferimento fraudolento di valori ed altro.

L’indagine condotta dall’Autorità Giudiziaria reggina è stata avviata nel giugno 2019 a seguito di raccordi tra l’Arma e la Polizia federale belga che stava investigando su alcuni soggetti riferibili alla “cosca” denominata “Nirta” di San Luca attiva a Genk, in Belgio, dedita, secondo l’ipotesi investigativa, tra l’altro, al narcotraffico internazionale. Le attività dell’Arma sono state progressivamente estese a diverse “famiglie” di San Luca interessando anche la “locale di ‘ndrangheta” di Bianco, nel cui ambito sarebbero stati ricostruiti gli assetti interni, numerose condotte relative ad acquisto di cospicue quantità di cocaina per il mercato locale (non concretizzatesi per mancanza di accordo con i fornitori), di detenzione e porto di armi da guerra, rese clandestine, di reinvestimento di capitali illeciti in attività imprenditoriali – sia in Italia che all’estero – in particolare nei settori della ristorazione, del turismo e immobiliare.