Un sabato estivo, siamo sulla costa jonica reggina, siamo immersi in un orto , in un appezzamento, dove possiamo ammirare un vero e proprio giardino naturale oltre che un orto completo e imbandito di innumerevoli bontà , che la natura crea e produce, sotto la direzione di un contadino che per pura passione e per tramandare un qualche cosa che ha imparato da piccolo dalla madre , in uno di quegli appezzamenti terrieri che l’opera dell’ Ente Sila nel dopo guerra , abbattendo latifondi , mezzadri e sedando diverse rivolte che in quel periodo vi furono, per accaparrarsi di un pezzo di terra, donò a tantissime famiglie calabresi , che si attivarono in quel mondo agricolo che cercavano e che avevano nella loro cultura identitaria di appartenenza a questa regione.

Fin da piccolo, lavorava con la mamma e imparò a coltivare tutto, a produrre tanti buonissimi prodotti, cercando sempre la loro naturalezza e la loro non sofisticazione, evitando sempre l’uso di pesticidi e medicinali, che potessero contaminare o modificare la salubrità e il gusto dei prodotti, cercando di cavalcare una mentalità, nella resa della terra, quella di avere sempre la qualità, non aspirando mai alla grandissima quantità. Dopo una vita di lavoro, ora si trova in pensione, per hobby e grande passione, coltiva quest’ orto, che alla ne è la sua vita, il suo benessere e la sua gratificazione migliore. Noi da parte nostra non possiamo, che carpire i messaggi che il bracciante, il contadino, il re della terra, ci regala, oltre che apprezzare il prelibato gusto dei suoi prodotti, che sono immancabili, nel dono e nell’accoglienza che ci ha donato, prima di ogni cosa. Dedichiamo a questo terrone d.o.c., che al pari di altri terroni, merita rispetto e merita onore, perchè dalla terra , con l’impiego del lavoro delle sue braccia , produce ottimi prodotti che imbandiscono le nostre tavole , garantendoci la vera sicurezza alimentare, che oggi nelle discussioni globalizzanti è uno dei temi più attenzionati , visto che la grande filiera e la grande importazione di prodotti agricoli stranieri, a volte non ci rende sicuri di tutto quello che portiamo sul nostro tavolo e impieghiamo nella nostra cucina. GRAZIE ANTONIO, piccolo, Grande contadino calabrese a chilometri zero, sei il garante della vera profezia, che nessuno vuole diffondere, cioè’ quella al ritorno obbligato alla coltivazione e alla pratica della piccola agricoltura come un tempo , in una sorta di macchina del tempo che ci potrà solo portare positività , piccole economie territoriali e tanta salute , nella qualità dei tantissimi prodotti che ci offrirà.

Gianpiero Taverniti