Maria Grazia Laganà: «Un delitto politico-mafioso, non solo una vicenda locale. Si faccia piena luce»

La memoria chiama, e Locri risponde. Vent’anni dopo il 16 ottobre 2005, la città si è raccolta per commemorare Francesco Fortugno, vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, assassinato a Palazzo Nieddu del Rio mentre erano in corso le primarie dell’Unione. Un delitto che sconvolse la regione e l’intero Paese, e che oggi continua a interpellare le coscienze.

La giornata del ricordo si è aperta con la Santa Messa nella Cattedrale di Santa Maria del Mastro, alla presenza del Ministro della Salute Orazio Schillaci, di autorità civili e militari, e dei familiari di Fortugno — la moglie Maria Grazia Laganà e i figli Anna e Giuseppe.

«Questo anniversario è un monito a perseguire sempre la legalità – ha dichiarato il ministro Schillaci –. Da medico, non posso non ricordare come Fortugno rappresentasse un esempio di impegno civile anche nel campo sanitario. Dopo vent’anni, il suo messaggio resta vivo, e deve essere trasmesso alle nuove generazioni».

La voce della famiglia e il bisogno di verità

Commosso e fermo l’intervento di Maria Grazia Laganà, che ha ricordato il marito con parole di coraggio e lucidità:
«Un omicidio di questa portata non poteva essere considerato solo una questione locale. È stato un delitto politico-mafioso, come ha affermato l’allora procuratore della Dna. Per noi familiari è un ricordo quotidiano, ma è fondamentale non lasciare che la memoria cada nell’oblio».

Il valore della memoria e la testimonianza della Chiesa

Durante l’omelia, il vescovo di Locri, monsignor Francesco Oliva, ha richiamato il senso profondo della commemorazione:
«La memoria illuminata dalla fede è un atto di giustizia verso Franco e la sua famiglia. Non è un semplice ricordo, ma un’eredità da custodire: un invito a essere protagonisti attivi e positivi del nostro tempo».

Dopo la messa, la deposizione della corona di alloro nel luogo del delitto, a Palazzo Nieddu del Rio, ha preceduto l’incontro pubblico “Vent’anni senza Francesco Fortugno” alla Casa della Cultura, moderato dal giornalista Enzo Romeo. L’evento si è aperto con un minuto di silenzio per i tre carabinieri caduti a Verona e con la lettura del messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, seguita da contributi video e testimonianze.

Locri e la Calabria vent’anni dopo

«L’omicidio Fortugno è stato uno spartiacque etico, un punto di non ritorno – ha affermato il sindaco di Locri Giuseppe Fontana –. Da allora la città è cambiata, ha reagito, ha ritrovato orgoglio e voglia di riscatto. Oggi Locri non è più quella del 2005».

Parole condivise anche dal sindaco metropolitano e consigliere regionale Giuseppe Falcomatà, che ha proposto di intitolare uno spazio pubblico a Reggio Calabria alla memoria di Fortugno:
«La sua morte segnò un’intera generazione. Fu uno di quegli eventi che ti cambiano dentro e ti spingono all’impegno civile. La memoria di Fortugno deve restare viva ogni giorno, non solo il 16 ottobre».

A chiudere la giornata, l’intervento del consigliere regionale Giovanni Calabrese, che ha ricordato il dolore di una comunità ferita ma capace di reagire:
«Quel delitto ha scosso un’intera nazione. Fortugno era una persona perbene, e il suo sacrificio va ricordato per insegnare ai giovani da che parte stare. Solo custodendo la memoria potremo guarire da quella ferita ancora aperta».

Vent’anni dopo, Locri non dimentica. E nel nome di Francesco Fortugno, rinnova il proprio impegno per una Calabria libera, giusta e consapevole.

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