Ieri sono stati rinviati a giudizio i sei soggetti accusati a vario titolo nella vicenda dell’ascensore “fantasma” del teatro “Città di Locri” per la quale il PM Michele Permunian aveva diramato, a maggio dell’anno scorso, l’avviso di chiusura
indagini.

Si tratta del cinquantenne locrese D.S. che nel mese di giugno del 2012 si sarebbe impossessato di un ascensore di proprietà del Comune di Locri e installato nel teatro “Città di Locri”, sottraendolo, secondo l’accusa, alla struttura pubblica per installarlo, a sua volta, nell’abitazione di due privati cittadini, ai quali lo avrebbe venduto per alcune migliaia di euro.

L’accusa a suo carico è di furto in concorso, aggravato dall’utilizzo di mezzi fraudolenti per la sottrazione di un bene pubblico.

Rinviati a giudizio, inoltre, i tecnici M.G. classe ’52, M. E. classe ’64 e M.M. classe’50, accusati di aver redatto un certificato di collaudo che secondo l’accusa sarebbe ideologicamente falso perché nello stesso viene omessa l’assenza della piattaforma montacarichi e del gruppo di elettropompa per l’alimentazione idrica degli impianti automatici antincendio.

L’elenco dei soggetti alla sbarra si completa col reale rappresentante e il direttore artistico della società che dal mese di maggio 2014 è stata concessionaria a titolo di comodato d’uso gratuito di tutte le strutture teatrali di Locri.

L’udienza è stata fissata per il prossimo 7 dicembre al Tribunale di Locri.

Sarà giudicato con rito abbreviato, invece, l’imprenditore M.A. (difeso dall’avvocato Pino Mammoliti), dalla cui denuncia prese le mosse l’inchiesta sull’ascensore “fantasma”.

Gianluca Albanese lentelocale.it