Dall’escussione di alcune persone, sentite nel corso delle indagini , è emersa una parossistica gelosia da parte di Susanna Brescia che si dimostrava , a volte , con la violenza. E’ quanto emerso nel corso della deposizione del Maresciallo Francesco Delacqua davanti alla Corte d’Assise di Locri dove è in corso il processo a Susanna Brescia , Giuseppe Sfara, Giuseppe Menniti e Francesco Sfara chiamati a rispondere , a vario titolo e con modalità differenti, di omicidio aggravato in quanto in concorso tra loro avrebbero cagionato la morte di Vincenzo Cordì, il cui cadavere è stato rinvenuto in località “la scialata” di San Giovanni di Gerace l’11 novembre 2019.
L’investigatore dei Carabinieri ha ripercorso le indagini ed ha sottolineato che, a seguito di una approfondita perlustrazione sulla scena del crimine , è stato ritrovato un accendino “antivento” di colore nero , sul quale, a seguito degli accertamenti , sono state rinvenute tracce biologiche riconducibili all’imputata.
Il Maresciallo ha poi indicato ai giudici locresi (presidente Monteleone, a latere Galati) una serie di elementi indiziari, quali i contenuti di alcune videoriprese che hanno portato gli inquirenti a ritenere che la morte di Cordì sia da ricondurre a un omicidio avulso da contesti criminogeni .
Presenti all’udienza i familiari della vittima che si sono costituiti parte civile e sono rappresentati dall’avvocato Rocco Guttà.
Nel corso dell’udienza sono intervenuti nell’interesse degli imputati gli avvocati Francesco Macrì, Antonio Ricupero e Girolamo Curti ,che hanno evidenziato l’insussistenza di riscontri per quello che ritengono sia un processo “altamente indiziario”
Rocco Muscari- gazzettadelsud.it