Ritenuto in fatto e considerato in diritto che presentare interrogazioni e istanze su argomenti che riguardano direttamente le funzioni di indirizzo e di controllo politico amministrativo, raffigura certamente una legittima facoltà dei Consiglieri nonchè un’attività recante lo scopo prioritario della comprensione e condivisione del percorso amministrativo, è giunto davvero il momento di fornire ai Cittadini un piccolo vademecum per fare chiarezza sugli strani ed insussistenti polveroni mediatici che una minoranza alla ricerca di scalpore e visibilità, perpetra in maniera disattenta.
La vicenda addotta dal gruppo consiliare “Scelgo Locri” ha come oggetto il pagamento – da parte del Comune di Locri – di una somma pari ad euro 3.550,00 che è stata elargita a favore del ripristino dell’energia elettrica nella struttura ospitante l’istituto alberghiero e, quindi, relativa al prezioso ed insostituibile servizio di convitto fornito dall’Istituto “Figlie Maria SS Assunta” di Locri, agli alunni (bisognosi e meritevoli), che vi trovano ricovero.
Non si percepiscono, in verità, le reali ragioni che stanno portando l’intero gruppo di minoranza ad impuntarsi in un atteggiamento ostruzionistico ed insistente, indirizzato a veicolare una nota di risentimento nei confronti di un istituto religioso paritario, che offre servizi caritatevoli, istruzione ed accoglienza a famiglie e ragazzi dell’intero comprensorio e ritrovatosi senza l’erogazione dell’essenziale servizio di energia elettrica, a causa del mancato pagamento della bolletta da parte dell’ente preposto, ovvero la Città metropolitana, istituzione pubblica alla quale è demandata la competenza sulle scuole secondarie di secondo grado (compresi dunque l’istituto alberghiero ed il relativo ed inseparabile servizio annesso del convitto, gestito dall’istituto paritario).
Prima di procedere alle ulteriori – e maggiormente tecniche – delucidazioni richieste e che intendo fornire, sento la necessità – come uomo prima che come amministratore – di porre un quesito al gruppo che con fervore dialettico ha inteso orgogliosamente sottoscrivere l’interrogazione depositata il 20 agosto 2018 prot. 18880 ed insistere con successiva nota.
La domanda che mi pongo e che intendo porre ai consiglieri interpellanti nonchè ai Cittadini locresi è questa: il diniego del pagamento della somma necessaria a ripristinare l’erogazione del servizio di energia elettrica – in prossimità della ripresa dell’anno scolastico – somministrato ai ragazzi del convitto, a CHI avrebbe cagionato disagio?
Su quali SOGGETTI sarebbero ricadute le conseguenze, gravissime, dell’impossibilità – per le famiglie e gli studenti – di usufruire del servizio del convitto (prestazione che sia nella fase diurna che notturna necessita dell’erogazione di energia elettrica); dell’incapacità oggettiva di riprendere – in un contesto civile – le lezioni; delll’impraticabilità dei principi umanitari di accoglienza ai giovani e ai bisognosi, nell’ottica di un esercizio costituzionale del diritto all’istruzione e all’elevazione culturale indipendentemente dalle possibilità economiche e dalle condizioni sociali e personali e – sempre secondo previsione normativa – la tutela degli enti preposti a garantire sul territorio simili opportunità?
La risposta è una sola: tutto ciò sarebbe ricaduto esclusivamente sui soggetti fruitori del convitto, sui ragazzi e sulle famiglie accolte.
Poichè conosco ciascuno dei Consiglieri sottoscriventi, ritengo con certezza non possa ammettersi simile corollario, preferendo imputare la responsabilità morale di analogo atteggiamento, in parte all’inesperienza politica della maggior parte dei componenti (inesperienza non in senso denigratorio bensì come effettiva mancanza di una precedente esperienza amministrativa) ed in parte all’assenza di volontà – deliberatamente evidenziata in tutti i Consigli comunali tenutisi – di una effettiva collaborazione e condivisione del percorso politico.
Mi riferisco alle astensioni costanti nelle votazioni delle principali decisioni adottate dalla maggioranza, agli abbandoni di aula, alle polemiche relative al PSC regolarmente votato e concordato (nelle fasi contestuali) dalla precedente opposizione e non, invece, dall’attuale. Sussiste tuttavia un limite, varcando il quale si rischia di precipitare in un vortice avvolgente che tutto annienta e nulla ottiene.
E’ il limite del buon senso, della ragionevolezza e dei valori che ci rendono prima persone e dopo politici.
Personalmente, come uomo, vice Sindaco della mia Città e Assessore al bilancio del Comune di Locri, ho ritenuto – insieme al responsabile del servizio – fosse un atto dovuto, pienamente conforme e rientrante nell’ambito dell’esercizio legittimo delle previsioni normative, l’emanazione della determinazione n.° 303 del 20.08.2018, atta a ripristinare l’erogazione del servizio di energia elettrica presso l’Istituto Alberghiero di Locri.
Pongo, inoltre, un inquietante interrogativo ai diligenti lettori ovvero come mai – e per la prima volta – si sia sentita la necessità di sollevare una questione di legittimità dell’atto a fronte di un iter annoverato da decenni nella prassi amministrativa?
O forse ignorano, i Consiglieri interpellanti, che la sostituzione dell’ente comunale nella gestione delle spese inerenti le scuole di secondo grado, facenti capo alla (ex Provincia) Città metropolitana, è prassi consolidata dalla notte dei tempi che furono?
A voler essere tecnicamente rigorosi, dovrei ripudiare l’imprecisa formula più volte riportata che annovera la determinazione come “prestito fatto all’istituto delle suore”, in quanto viziato nella forma e nella sostanza.
Il debito è direttamente ascrivibile alla Città metropolitana e ciò poichè trattasi dell’ente cui può totalmente essere ricondotta la proprietà o la gestione del patrimonio edilizio relativo alle scuole secondarie di secondo grado. Un debito che da tale ente – e non da Comune di Locri – verrà alla fine sostenuto. Il Comune si è soltanto (doverosamente ma temporaneamente) sostituito all’ente preposto (Città metropolitana) poichè moroso – in virtù del sacrosanto e legittimo principio di collaborazione e solidarietà che vige tra gli enti pubblici.
Il soggetto debitore è – si badi bene – non un istituto privato seppur parificato, bensì un altro ente pubblico (la Città metropolitana), sovraordinato all’ente comunale ma inserito nell’ambito del concetto di enti statali tra i quali vige l’obbligo costituzionale di garantire i bisogni essenziali del territorio che sono chiamati ad amministrare.
Altro punto essenziale – che forse sfugge alla minoranza – è che non si tratta di un prestito ma di un’anticipazione di denaro volta a tutelare un interesse pubblico e soggetto alla restituzione. A garanzia di ciò, la duplice circostanza che il debitore sia un soggetto pubblico ovvero l’assunzione dell’obbligo alla restituzione della somma, assunta dalla madre superiora in rappresentanza dell’istituto.
Il criterio della disponibilità di cassa non è affatto aleatorio – come erroneamente indicato – poichè scaturisce da una forma di garanzia agganciata all’accredito finanziario da parte di un ente pubblico superiore (e non è invece direttamente collegato alle altalenanti ed improbabili disponibilità di un istituto in liquidazione).
Un’anticipazione di denaro che verrà – come di solito accade – rimborsato dall’ente debitore al Comune di Locri. Una procedura conforme, adottata per consentire la tutela di un interesse legittimo dei Cittadini.
Il medesimo iter adottato lo scorso anno, a voler citare uno dei tanti casi, in occasione dell’allagamento del Liceo classico di Locri, nel qual caso fu sempre il Comune – per il carattere di urgenza ed emergenza (lo stesso sussistente anche nel caso attuale del convitto) – a sostituirsi alla competente Città metropolitana, nelle operazioni di pulizia e soccorso della struttura. Va da sè che l’ente comunale è stato, in seguito, sollevato dal relativo onere finanziario da parte dell’ente preposto. Altro caso, recentissimo, riguarda lo smaltimento dei rifiuti speciali facente capo il Liceo scientifico di Locri, nel qual caso ancora una volta l’ente comunale si è surrogato temporaneamente all’ente competente. Salvo patto con la Città metropolitana del rimborso delle somme.
Si comprende, dunque, come il polverone sollevato dal gruppo di minoranza prenda le forme incerte di una nebulosa confusa ed inconsistente, sganciata dalle reali esigenze operative e dalla prassi con la quale si è soliti operare, in tutti i casi in cui l’ente comunale – seppur in dissesto finanziario – è doverosamente chiamato a tutelare i bisogni essenziali ed indispensabili dei Cittadini, nel cui ambito vengono certamente annoverati la tutela del diritto allo studio e all’assistenza, in situazioni civilmente preordinate.
In merito all’interrogativo posto e riferito ad apprendere le intenzioni dell’Amministrazione sull’eventuale ricorso abituale a forme di sostegno sociale di famiglie e persone in stato di bisogno, si porta a conoscenza – qualora i Sigg. Consiglieri non lo sapessero – dell’esistenza di un apposito “Capitolato in attesa di destinazione”, previsto dalla normativa che disciplina il bilancio comunale, la cui funzione è stata sempre (ed è) propriamente quella di consentire la gestione di emergenze e necessità, opportunità e bisogni, in ottemperanza alle esigenze all’occorrenza presentatesi. Il sostegno alle persone che versano in stato di bisogno, è certamente una condizione familiare a questa amministrazione comunale – sotto molteplici forme, anche quella del sussidio finanziario – e certamente mai è stata soggetta alla restituzione della somma o del vantaggio, elemento caratterizzante invece l’anticipo del quale si discute e che colloca il quesito posto nel novero dell’inconcepibile, nella parte in cui letteralmente recita “previo obbligo di restituzione”.
Devo essere sincero, ritengo da sempre stimolante il ruolo essenziale e dinamico della parte politica definita “all’opposizione”, poichè ricopre una funzione pubblica essenziale per il controllo e l’equilibrio nell’amministrazione di una città. Si tratta di un ruolo che io stesso ho rivestito, in maniera pungente ed attenta. Ma questa è un’altra storia.
Per le evidenze esposte, chiedo che venga rispettata la finalità sociale, pubblica e positiva dei ruoli e che venga resa scevra da ostilità personali, che mai devono compromettere l’interesse pubblico.
La verità dei fatti è questa, in trasparenza e limpidezza, cosa che potrebbe anche dispiacere a qualcuno, ma tant’è.

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