Affrontare un viaggio per sperare di risolvere un problema di salute , rappresenta il vero banco di prova che ogni uomo deve superare per sentirsi sino in fondo simile ai più fragili e ultimo davanti a tutti. D’improvviso ,poco conta il tuo passato,la tua professione,la tua presunta posizione sociale e,non da ultimo le disponibilità economiche.

Ciò che veramente balza in classifica ai tuoi pensieri,sono le persone a te vicine ,gli amici ( di sempre e quelli di recente incontro), le persone anche se lontane ma che con te hanno diviso un tratto di strada. Ma su questo ipotetico podio, salgono le azioni buone che hai ricevuto da chi , anche non avendo assiduità di frequentazione,ha comunque un posto nella soffitta dei ricordi. Se il bilancio tra la tua vita e il bagaglio di dettagli e volti di chi ti è stato accanto è in pareggio, allora la sfida con l’ ignoto e la inquietudine,si può bene fronteggiare.

Siamo, purtroppo, tanti numeri sparsi in Calabria in questa platea anche giovani e giovanissimi .Ma la mia amarezza più grande è pensare a chi non ha la possibilità né di curarsi, né di partire per tentare di curarsi. Questa preoccupazione dovrebbe intendersi condivisa dalla classe dirigente regionale e nazionale. Sarebbe giusto fare ogni sforzo per migliorare la qualità della offerta sanitaria in Calabria e,per i meno abbienti che spesso rappresentano la cifra più alta della migrazione sanitaria, garantire loro la possibilità di poter partire senza alcun costo stipulando convenzioni ( tra la regione e gli alberghi ed i b&b ospitanti i parenti). Questa aspirazione,se realizzata, ci farebbe sentire ancora di più uguali e più umani.

Pino Mammoliti profilo fb