Ringrazio tutti i miei elettori e tutti coloro che pur non avendomi sostenuto hanno avuto l’occasione di conoscermi e di apprezzare il mio modo di fare politica. Un grazie a tutti i dipendenti comunali , a coloro con i quali ho lavorato gomito a gomito e in particolare alla Sig.ra Caterina Romeo, responsabile dell’Ufficio Pubblica Istruzione e Cultura.
Di seguito le motivazioni delle mie dimissioni, lette nel Consiglio Comunale del 24 luglio 2020
Signor Sindaco, signori assessori, colleghi consiglieri, intanto mi sia consentito rivolgere ai nuovi componenti dell’esecutivo il mio saluto istituzionale.
Per rispetto a chi il consenso lo ha dato, alla gente, a coloro con i quali, insomma, in sette anni ho interloquito e interagito, il chiarimento della mia posizione politica va fatto.
Le dimissioni dalla carica assessorile giungono, dopo una fase di attesa e di confronto, inizialmente non molto chiaro con il sindaco, che ha provocato una sorta di spiazzamento in me e nel gruppo che condivide oggi l’impegno di consigliere e, fino a qualche settimana fa, ha condiviso il lavoro in giunta.
Ho capito che il nostro sindaco aveva la necessità di adottare un cambiamento in giunta, un atto se vogliamo fisiologico, naturale, nel giusto tentativo di gratificare altri colleghi. C’è stata dunque una esigenza di equilibri che si è posta e di fronte ad essa chi ha senso delle istituzioni si mette in discussione, affronta de visu la questione, alla ricerca di eventuali soluzioni. E’ quello che io ho cercato subito di fare, ma nel caso ho colto nel sindaco un certo imbarazzo di esternare il disagio che c’era e la non volontà di trovare un percorso alternativo. Comprendo che non era facile voltare pagina e ridimensionare un gruppo che, si potrà essere d’accordo o no, ha ottimamente lavorato e oggettivamente avrebbe meritato di non subire scossoni quanto meno improvvisi, però il danno mi è stato provocato e la cronaca nuda e cruda della situazione va fatta. Le dimissioni dalla carica assessorile giungono, dopo circa due mesi di altalenanti discussioni politiche intercorse senza il coinvolgimento della mia persona. Il sindaco si aspettava, Tout court, che io rassegnassi le dimissioni dall’incarico assessorile per dare spazio a Domenica Bumbaca. Perché ero stata a suo dire gratificata dall’incarico di capostruttura conferitomi dal Consigliere Regionale Sainato. Incarico assolutamente non incompatibile con la carica di assessore comunale. Non riuscivo a capire perché proprio io, che ho dato l’anima per la mia Città ( cosa che rifarei) dovevo essere penalizzata. Mai altro nome è stato messo in discussione. ‘’Tu sei egoista’’, questo mi sono sentita dire, dopo aver replicato che non mi sarei dimessa e avere detto: ‘’Se vuoi, sindaco, adotta qualunque decisione’’
Replica del sindaco: ‘’Questa decisione deve essere condivisa’’
Ricordo come fosse ora il momento in cui tale conversazione avveniva : io, Raffaele e il Sindaco seduti nei divanetti davanti alla segreteria a disquisire della necessità politica del Sindaco (certamente non mia ) di avere le mie dimissioni, come atto da noi condiviso!
Per amore di precisione gli ho anche chiesto di darmi la possibilità di provare a svolgere entrambi ruoli, rassicurandolo che se non fossi riuscita a espletare l’attività di assessore per come sempre ho fatto, allora si che avrei rassegnato le dimissioni.
Anche questa mia proposta non è stata considerata.
Per giungere, qualche giorno prima delle dimissioni, ad un confronto con Raffaele Sainato, il quale mi ha chiesto come cortesia personale di dimettermi. Anche a Raffaele, mio malgrado, ho risposto con queste parole: ’’Se il Sindaco vuole deve revocarmi, io non mi dimetto’’.
Ad interlocuzione avviata e resa più intensa, si è arrivati ad immaginare e proporre che un posto in giunta per noi che siamo evidentemente vicini a Raffaele Sainato sarebbe dovuto rimanere, previo un chiarimento o meglio un confronto, per stabilire chi dovesse lasciare tra me e Anna Baldessarro. Come dire : se proprio la Sofia non ne vuole sapere, si metta d’accordo con la collega di giunta.
Ora, converrete tutti che per etica politica, vicinanza umana, non si può chiedere di metterci d’accordo tra noi, con il riverbero di una competizione – non voluta e non alimentata dalle dirette interessate – tra due persone amiche e che hanno ben lavorato insieme. Io non avrei fatto sgambetti ad Anna, Anna non le avrebbe fatti a me. Sarà solidarietà della comunanza del nome anagrafico, sarà la stima reciproca, ma sta di fatto che insieme e all’unisono abbiamo rifiutato il metodo. E presentato, a quel punto si, senza tentennamenti, le dimissioni.
Se uno dei due è di troppo allora lasciamo l’incarico entrambe. E’ il ragionamento naturale e spontaneo che è venuto e che abbiamo rappresentato al sindaco. Ma ribadisco: l’obiettivo ero io! Io che da neofita sette anni fa ho cominciato a studiare e ho studiato, lavorato e vissuto ogni momento della vita politica e di governo con dedizione e impegno, senza mai, mai, dico mai arretrare davanti alle responsabilità. E sono state responsabilità pesanti. Ci saremmo aspettate, lo dico senza infingimenti, dopo le dimissioni, una telefonata, di natura politica o personale – da chi ha lavorato con noi in questi anni ed è stato messo al corrente della nostra uscita successivamente. Eccezion fatta per l’assessore Panetta, ( Ti ringrazio di cuore, Vincenzo) , il nulla. Pazienza.
Non solo, l’acquisizione da parte del sindaco della volontà di dimetterci dagli incarichi assessorili arriva – sarà un aggiornato galateo politico istituzionale di cui io non ho contezza – tramite i social.
Si badi, però, che io, Anna Baldessaro e, naturalmente, Raffaele Sainato, rappresentiamo un gruppo politico, che fa….. politica….. e sa farla dentro e fuori dal palazzo. Quindi il ruolo di consigliere non diventa nel paradigma del nostro impegno una diminutio. Su questo, gradirei che non ci fossero dubbi e retropensieri. Tuttavia, non si può mettere sottolio un dato: il nostro gruppo viene messo in panchina e non si può giustificare il tutto con l’elezione in consiglio regionale di Raffaele Sainato e con l’incarico a me di capostruttura alla Regione, incarico che ha spiccata natura professionale e che forse, dico forse, arriva anche per il percorso di lavoro che ho fatto prima di entrare in politica. Ovvio che l’incarico è arrivato in virtù del rapporto di fiducia e amicizia che lega anche le nostre famiglie. Ruolo che mi onora e che svolgerò, come sono abituata a fare, con il massimo impegno. A Locri avrei voluto continuare l’esperienza assessorile perché altre idee alle quali ho lavorato le avrei volute concretizzare nel contesto di un’azione di governo locale e nel contesto dell’attività di gruppo. Gruppo che, attraverso il lavoro mio e di Anna Baldessarro avrebbe potuto e onestamente dovuto continuare ad avere un ruolo nell’esecutivo. Ci avete costrette, anzi costretti perché inserisco Raffaele Sainato, a rinunciare. Forse perchè non si è accettato che una neofita potesse sviluppare un percorso di crescita, fino a dimostrare di essere capace di proporre, progettare e costruire.
Con Anna Baldessaro siamo state spesso messe ai margini, ma il carattere lo abbiamo dimostrato, quando il tempo ha reso legittimo il diritto di esprimere idee e convinzioni.
Anna Sofia doveva essere fatta fuori. I dettagli e i fatti non si fermano qui.
Un dettaglio importante, che svela un dato che mi rattrista – perché non ammetterlo – è la conferma di una preclusione alla mia persona.
Bisognava fare spazio, perchè noi attraverso Sainato abbiamo un peso specifico in Regione e perché Sofia aveva avuto già molto.
Confermo: ho avuto molto, in termini pratici, umani, di esperienza politica e amministrativa. Ho dato anche molto. Ho restituito con gli interessi l’ONORE che mi è stato donato nel servire Locri. Il mio bilancio personale è positivo, senza se e senza ma, senza ombra di dubbio alcuno. Posso, presuntuosamente, aggiungere che sarà anche positivo il bilancio di consigliere comunale. Infatti eventuali pressioni di cui si ha già traccia finalizzate a che io lasci anche il Consiglio Comunale vengono sin da questo momento combattute e nella migliore delle ipotesi rispedite al mittente. Il ruolo di consigliere comunale lo indirizzo diligentemente ed esclusivamente negli interessi della Città nell’alveo della maggioranza. Del resto che si stia al centro dell’attacco o che si faccia il mediano non cambia nulla quando si fa politica disinteressatamente, senza pensare a prospettive di carriera parlamentari. La metafora calcistica è effetto di simpatiche contaminazioni familiari, tra marito, fratelli e cognati che sportivamente si azzuffano, sulla base delle diverse bandiere del tifo sportivo.
Sportivamente e senza arretramenti ho deciso le dimissioni. Caro Giovanni, c’è stata tra noi, e non per demerito mio, poca sportività e poca lealtà, ma so che abbiamo in comune l’obiettivo di una Locri sempre più brillante ed efficiente. Però il percorso è stato compromesso.
Ribadisco che Locri viene prima di tutto. Prima delle nostre ambizioni, prima delle invidie e delle cattiverie di cui sono stata spesso bersaglio. Sono più forte dei calunniatori, degli autori di pizzini lasciati sulle scale del Palazzo comunale, più forte delle telefonate calunniose, sono più forte degli avversari sleali, che agiscono con le braccia, con le penne e i profili degli altri, sono più forte dei detrattori. Sono una donna, che ha sposato una battaglia e la proseguirà con onestà. E che dopo avere appreso diligentemente già sufficienti elementi dell’arte della politica, adesso nel pieno della maturità istituzionale, pur privata del ruolo che ha ottenuto grazie al consenso di un vasto elettorato e del lavoro svolto con umiltà assoluta, ma anche con determinazione non arretrerà rispetto a suoi doveri verso la città.
Proprio in ragione di ciò essendo io stata sempre attenta alle incompatibilità ( qualcuno ha avuto da ridire su una iniziativa di un mio familiare che è assolutamente dimensionata nel contesto della legalità, alla pari di analoghe situazioni che hanno visto protagonisti colleghi di maggioranza ) invito coloro che si apprestano a governare la città a rimuovere le situazioni di incompatibilità e potenzialmente pregiudizievoli del buon operato di un amministratore, perchè non si può non essere servitori del principio secondo il quale il controllore non può controllare se stesso e il controllato non può ribaltare il suo ruolo. Anche in ragione di questo principio di assoluta trasparenza il mio impegno di assessore è stato costantemente indirizzato a promuovere e realizzare atti e decisioni diretti al totale rispetto della legalità e alla lotta all’inaccettabile potere ‘ndranghetistico. Azione che ho posto in essere non esaltando il mio agire personale, ma condividendo, sebbene talvolta si sia rilevata qualche assenza tattica, evidentemente non mia, lo spirito che animava l’impegno dell’esecutivo comunale di cui ho fatto parte. Non ho esaltato questo con enfasi da social ma ho agito concretamente.
Della mia maturità politica devo dire grazie a Raffaele Sainato , così come dovrebbero fare anche gli altri componenti di questa maggioranza, a tutti noi Raffaele non ha mai fatto mancare il suo appoggio. Ha sempre rispettato la nostra dignità e il nostro ruolo politico. Mai ha cercato di imporre il suo pensiero e mai ci ha strumentalizzate. A questo punto una chiosa sulla genesi delle nostre dimissioni è necessaria: la scelta di lasciare è stata esclusivamente di coloro che hanno apposto la firma sull’atto di rinuncia all’incarico protocollato e quindi ufficializzato. Scelta autonoma, assolutamente non indotta dal consigliere Sainato…..però forse cari colleghi consiglieri Vi fa comodo credere ciò, ma così non è.
Anna Sofia fb