Questo il commento dell’avvocato Pino Mammoliti, consigliere comunale di Locri, apparso stamattina sul suo profilo fb:

“Ieri dopo un colloquio chiarificatore con Don Giuseppe sollecitatomi da Sua Eccellenza il Vescovo per definire i contorni della vicenda dell’allontanamento dalla Chiesa di un mendicante, ho avuto modo di conoscere personalmente Don De Pace.
Mentre parlavamo ne coglievo l’amarezza e la sofferenza di chi si è sentito ingiustamente colpito da un giudizio violento e sommario, condito da un lessico altrettanto duro.
Chiedo scusa al Prete e all’uomo.
In effetti le cose raccontatemi da Don Giuseppe rispetto a quanto accaduto durante la messa di Sant’Antonio, sono subito risultate ridimensionate e, la mia reazione è sembrata esagerata. Reazione che è nata dall’aver pensato che un Prete si comportasse nei modi e nei termini che avevo recepito e riportato. Abbiamo, dapprima con il Vescovo e successivamente con Don De Pace, convenuto che i poveri e la povertà rappresentano il primo problema emergenziale dell’intera diocesi ma più diffusamente di un sistema sociale fortemente frastagliato.
I poveri (quelli veri) quelli cioè non sfruttati da organizzazioni criminali fanno parte dell’arredo della Chiesa senza l’aiuto loro rivolto, la missione di rappresentanti di Cristo sarebbe orfana di uno dei riferimenti più preziosi lasciati in eredità da Dio a tutti gli uomini, nessuno escluso.
Saprà la Chiesa di Locri nella sua interezza migliorare la rete di protezione che già offre agli ultimi e ai più bisognosi di ogni razza e di ogni latitudine.
Compito della politica che su questo terreno è molto indietro, sarà quello di sintonizzarsi con gli esempi di Papa Francesco.
Compito delegato a noi comuni mortali è e sarà quello di aiutare sempre come diceva Don Gallo la maggioranza; “La mia maggioranza è quella dell’80% di popolazione mondiale senza volto che viene messa in schiavitù dal ricco capitalismo del restante 20%. Sono con loro, con almeno cinque miliardi di persone”.

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