Il morale è a terra all’indomani dell’incendio doloso che ha devastato quattordici autobus della ditta Federico. Varcando il cancello del deposito di contrada Riposo a Locri la scena è quasi apocalittica: vetri rotti, carcasse dei mezzi lacerate dalle fiamme, il tanfo della plastica fusa è ancora forte nell’aria. La paura per quello che sarà adesso negli occhi dei dipendenti si legge chiara.  All’indomani dell’inferno di fuoco che ha per la terza volta devastato la società reggina, la prima a febbraio 2013 quando è stato colpito il deposito di Satriano e la seconda a Santa Caterina, si indaga per cercare di risalire ai responsabili. Il ritrovamento della tanica di benzina sul luogo dell’accaduto non ha infatti lasciato dubbi sulla matrice del rogo. Un aiuto fondamentale per le indagini condotte dalla compagnia dei carabinieri di Locri e coordinate dalla Procura di Locri nella figura del sostituto procuratore Federica Riolino. Al vaglio degli investigatori anche le immagini catturate dalle telecamere di videosorveglianze presenti nella zona. All’analisi, in queste ore, sono ogni singolo fotogramma. Il fuoco, secondo la prima ricostruzione, sarebbe partito dai primi due mezzi parcheggiati a pochi metri dal cancello d’ingresso, dal lì poi le fiamme si sarebbero propagate raggiungendo anche gli altri autobus. Solamente uno dei quindici presenti in deposito si è salvato dalla furia del fuoco. Anni di lavoro per i Federico andati in fumo. Il titolare della ditta Giuseppe Federico è stato già sentito dagli inquirenti. Le indagini sono portate avanti dal capitano Rosario Scotto di Carlo e dal tenente Giancarlo Pallotta. Intanto lo sgomento lascia spazio alla rabbia degli autisti che si domandano quale futuro aspetta le loro famiglie.
ALESSANDRA BEVILACQUA
15490news