Disagi e ritardi nella raccolta hanno caratterizzato la prima giornata della raccolta differenziata “porta a porta” dei rifiuti. In molte zone del territorio comunale, infatti, i mastelli, puntualmente posizionati fuori dalle case agli orari fissati dal vigente regolamento, sono rimasti pieni.

La motivazione è stata fornita a Lente Locale dal vicesindaco con delega all’Ambiente Raffaele Sainato che, raggiunto telefonicamente poco dopo le 16, ha dichiarato che «Stiamo ancora lavorando per smaltire tutti i cumuli di rifiuti indifferenziati abbandonati in questi ultimissimi giorni per strada, dopo aver tolto i cassonetti. Abbiamo anche impiegato – ha aggiunto – risorse umane supplementari ma il lavoro non è ancora finito e ci vorrà ancora qualche ora».

Fin qui le motivazioni esposte da Sainato, che insieme a tutta l’amministrazione comunale aveva preannunciato da diversi giorni le modalità di passaggio dal vecchio al nuovo tipo di raccolta dei rifiuti, lanciando contestualmente numerosi appelli alla cittadinanza.

Peccato che una parte degli abitanti non abbia recepito questi appelli. Appare inutile e pretestuoso, infatti, prendersela con gli amministratori comunali per i disagi odierni. Lo scriviamo noi che in passato non abbiamo lesinato critiche a questa e ad altre giunte municipali. Certo, le modalità avrebbero potuto essere diverse, magari prevedendo un percorso graduale di diffusione della raccolta “porta a porta” e minori rigidità nella fissazione degli orari di posizionamento dei mastelli. Ma la falsa partenza di oggi non è colpa dell’amministrazione comunale.

Lo scriviamo a chiare lettere dopo aver letto su Facebook una miriade di commenti, molti dei quali dai toni qualunquisti e provinciali, da parte di chi, evidentemente, non ha recepito l’importanza della svolta epocale in quello che è praticamente l’unico paese costiero della Locride in cui, nel 2019, c’erano ancora i cassonetti dei rifiuti indifferenziati per strada.

La raccolta “porta a porta” dei rifiuti, infatti, non è un capriccio degli amministratori di turno, ma un obbligo morale e politico di chi gestisce la cosa pubblica e deve dare il proprio contributo affinché si riducano al massimo i conferimenti di rifiuti indifferenziati in discarica in un sistema tradizionale dello smaltimento – quello delle discariche “tal quali”, appunto – ormai al collasso.

E quindi, sono i cittadini che in primis devono fare la loro parte. Differenziando in maniera diligente i rifiuti e attendendosi alle regole fissate dall’amministrazione. Vedere anche nella giornata di ieri gente che gettava i rifiuti per strada, andando ad aumentare ulteriormente i grossi cumuli già presenti, non è stato un bello spettacolo, così come assistere alla formazione di nuovi cumuli in posti fino a ieri puliti, compresa la statale 106 di fronte alla concessionaria Filcar nel territorio di Siderno.

Se facciamo la raccolta differenziata, infatti, non facciamo un “favore” a chi amministra, ma a noi stessi. Mettiamocelo bene in testa.

E quella percentuale dello 0,01% di raccolta differenziata a Locri certificata dall’Arpacal nel suo report 2018 (relativo ai dati del 2017 e basato pure su dati parziali per asserirti difetti di comunicazione da parte degli uffici comunali) è una vergogna che solo dei cittadini virtuosi – come devono essere i cittadini del 2019 – possono superare.

A proposito dell’ultimo report Arpacal pubblicato, vale la pena ricordare quali sono stati i comuni più virtuosi della Locride nella raccolta differenziata del 2017, tenendo conto delle difficoltà oggettive (dovute alle piattaforme che ricevono i conferimenti) che molti comuni hanno incontrato nello smaltimento della frazione organica, finendo per ridurre sensibilmente le percentuali assolute.

Il Comune più virtuoso è Ardore, con una percentuale riconosciuta e certificata dal 58,01%, raggiunta, peraltro, in poco meno di un lustro, con un inizio che ha riguardato Ardore Superiore per poi estendere la differenziata “porta a porta” alla marina. Segue Roccella, che la differenziata la fa da circa vent’anni, e che ha totalizzato il 46,36%; meno di un decimale più di Siderno, che in quattro anni è arrivata al 46,29%. Anche qui, stante la notevole estensione territoriale e la popolazione più numerosa di tutto il comprensorio, si è proceduto in maniera graduale, dopo l’insediamento dell’allora amministrazione Fuda, iniziando da Siderno Superiore, per poi passare alle frazioni della zona Ovest della città e completando dopo pochi mesi con la Marina. Eccellente anche la percentuale di Portigliola, che ha raggiunto il 46,26%, mentre dati assai incoraggianti sono giunti da Bianco (33,25%), Sant’Ilario dello Ionio (30,27%) e da Riace (26,80%), soprattutto per merito del centro storico e della raccolta con gli asinelli ideata dall’allora sindaco Lucano e della quale parla tutto il mondo. Bene anche Monasterace (20,85), Africo (19,34%) e Gioiosa, che in questi giorni, nonostante la grande estensione territoriale, sta completando la diffusione dei mastelli in tutto il territorio comunale, tanto che non farà fatica a superare il 13,85% del 2017.

Ora tocca a Locri. augurandoci che quando l’Arpacal pubblicherà il report del 2020, possa inserirsi in questa top ten dei comuni virtuosi nella raccolta e smaltimento dei rifiuti differenziati.

Gianluca Albanese – lentelocale.it