di Domenica Bumbaca.

LOCRI – «Senza abusi e senza soprusi vorremmo
vedere ripristinare e potenziare tutti i servizi che per legge sono previsti
presso l’ospedale di Locri». Chiaro il messaggio che il costituendo comitato
“DifendiAmo l’ospedale” ha ribadito ieri sera di fronte una gremita sala a
Locri.

Coordinati dai fautori dell’iniziativa
popolare, Bruna Filippone, Ilario Capocasale e Monica Taverna, si è svolta la seconda riunione pubblica
preliminare alla costituzione di un comitato cittadino per la salvaguardia e la tutela della salute dei cittadini della Locride. L’incontro ha visto la
partecipazione di oltre cento persone provenienti da diversi comuni, in presenza anche di professionisti e addetti ai lavori, durante le quali sono
state esposte con chiarezza le condizioni in cui versa il nosocomio locrese e si sono definite le finalità del nascente comitato la cui costituzione avverrà formalmente alla prossima riunione fissata per il 2 febbraio alle ore 18:00 presso i locali del bar Rouge. Durante la serata gli interventi di autorevoli protagonisti della buona sanità locridea hanno dato maggiori informazioni sull’ospedale e fornito consiglio, tanto da essere da sprone a quanti hanno intenzione di reagire alla disastrosa condizione in cui versa l’ospedale di Locri confermando che la costituzione del comitato risulta necessaria affinché qualcosa possa cambiare.
«È bene aderire in molti al comitato – affermano Bruna Filippone, Monica Taverna, Ilario Capocasale -. Per farlo basta solo dare la propria disponibilità con una firma presso la palestra FREE TIME di Locri, perché con un numero maggiore di persone interessate potremmo farci valere e farci sentire». L’iscrizione è gratuita e non comporta vincoli di alcun tipo. «Si ribadisce e si sottolinea – affermano- che il movimento è apolitico e non
muterà la sua natura nel tempo». L’impegno è quello di vigilare sull’ospedale affinché un paziente non si ritrovi ad elemosinare il suo diritto alla salute. Troppe le mancanze, le contraddizioni e i disservizi, pertanto secondo i presenti non c’è più tempo di affidarsi a nessuno ma sarà necessario scendere in campo e in prima linea, attivandosi da buoni cittadini attivi per richiamare i propri diritti. Lamentarsi non servirà a nulla, piuttosto la denuncia e un attento osservatorio sullo stato delle cose potranno essere gli strumenti utili per potenziare i servizi e non permettere un lento e celato smantellamento, come
già sta succedendo a piccole e decisive fasi».