R. e P.

“Lettera ad un bambino mai nato ”
La notizia della morte di un neonato presso l’ ospedale di Locri non può lasciare indifferente nessuna persona dotata di un minimo di sensibilità. A meno che tu non sia una manager incapace o, peggio ancora, un assessore o consigliere regionale o un rappresentante del comitato dei sindaci della locride. In uno di questi tre casi,il silenzio è d’obbligo non per pudore ,ma per la totale incapacità sensoriale. In mezzo ci siamo noi, una voce tra il silenzio e il tuono ,come direbbe Vecchioni. Una voce che oggi vorrebbe essere più potente e roboante di un tuono per esprimere la solidarietà ai due giovani genitori che si sono ritrovati,loro malgrado,ad affrontare la più grande tragedia che un padre ed una madre potrebbero sopportare. Nessuno,ad oggi può dire se si è trattato di fatalità o malasanità,lo stabilirà la magistratura a cui, giustamente i genitori si sono rivolti. A noi cittadini compete il dovere della solidarietà verso una famiglia che ha visto morire sul nascere il frutto di un amore. A questo bambino noi chiediamo,nel caso si trattasse di malasanità,di perdonarci per non essere stati in grado di farlo nascere in sicurezza e con tutte le tutele che un neonato dovrebbe avere in un ospedale civile. Chiediamo perdono perché non siamo capaci di indignarci per la negazione dei nostri diritti. Chiediamo perdono perché è a causa della nostra viltà che una vita si perde. Chiediamo perdono se siamo un popolo senza storia, senza memoria,senza dignità. Se siamo capaci, di fronte al tuo sacrificio,di fare finta di niente.
Perdonaci ,se puoi!