Nella struttura complessa di Pediatria dell’ospedale di Locri non è più possibile effettuare ecografie osteoarticolari, indispensabili per diagnosticare precocemente i casi – sempre più frequenti – di displasia dell’anca nei neonati.

A lanciare l’allarme è il medico e consigliere comunale del gruppo “Storia e Progresso per Locri”, Eliseo Sorbara, che si fa portavoce delle preoccupazioni di numerosi genitori. La displasia dell’anca, spiega il dottore, è una delle patologie più comuni dell’apparato muscolo-scheletrico del neonato, con un’incidenza di 5-6 casi ogni mille nati.

«È una malattia – chiarisce Sorbara – che può manifestarsi con diversi gradi di gravità: dalla lussazione completa alla sublussazione o alla displasia vera e propria. L’ecografia tra la quarta e l’ottava settimana di vita è fondamentale per una diagnosi corretta e per avviare tempestivamente trattamenti non invasivi, come l’uso dei divaricatori. Se invece la diagnosi arriva tardi, possono essere necessari interventi ortopedici più complessi e invasivi».

Secondo Sorbara, l’impossibilità di eseguire questi esami rappresenta un serio disincentivo per le famiglie a scegliere il punto nascita di Locri, già in difficoltà per la mancanza di un dirigente. Un reparto che in passato, sotto la guida di primari come Mammì, Trunfio e Costantino, era considerato un riferimento sicuro per le partorienti del territorio.

«Costringere i genitori a lunghi viaggi per un esame così importante – aggiunge il consigliere – è un disagio enorme. A quanto mi risulta, i piccoli pazienti non possono accedere nemmeno a ecografie transfontanellari e viscerali. È una situazione inaccettabile».

Da qui il nuovo appello ai vertici dell’Asp di Reggio Calabria e alle istituzioni sanitarie competenti. Sorbara chiede di potenziare l’organico e la dotazione tecnologica del reparto, accelerando le procedure per nominare un nuovo dirigente e riattivare il servizio di ecografia.

«Sono due priorità assolute – conclude – per un reparto che dispone di professionisti preparati e motivati, ma che devono essere messi nelle condizioni di garantire tutti i servizi essenziali a una vasta utenza che si estende ben oltre i confini di Locri».

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