Il gup Giuseppina Laura Candido ha recepito la richiesta formulata dalla Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria che, attraverso il sostituto procuratore Giovanni Calamita, ha chiesto il rinvio a giudizio sulla scorta degli esiti investigativi condensati in una duplice direttrice che si è sviluppata dalle Procure antimafia di Napoli, Roma, Reggio Calabria e Catanzaro – con il coordinamento della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e di Eurojust – che hanno fatto emergere la gigantesca convergenza di strutture e pianificazioni mafiose originariamente diverse nel business dell’illecita commercializzazione di carburanti e del riciclaggio di centinaia di milioni di euro in società petrolifere intestate a soggetti insospettabili. Originariamente, infatti, gli indagati erano 213, in gran parte stralciati e per i quali si procede separatamente.
Nella richiesta di rinvio a giudizio la Procura reggina contesta una serie di ipotesi di reato che vanno, a vario titolo e con modalità differenti, dall’associazione per delinquere di stampo mafioso alla frode allo scopo di evadere le imposte, in modo sistematico, attraverso l’emissione e l’utilizzo (improprio) delle cd “dichiarazioni di intento” e altro.
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