Benvenuto  onorevole presidente,

L’accogliamo come presidente della giunta regionale in questo lembo di Calabria. E’ l’inizio di un percorso amministrativo che lei, come è parso in occasione dell’incontro con i Vescovi calabresi riuniti in assemblea, ha accolto con entusiasmo e amore per la propria regione, mostrando chiarezza di idee, prospettive politiche e orientamenti amministrativi. Grandi sfide l’attendono. In ascolto territorio, camminando tra la gente, il buon politico si rende conto dei problemi e delle difficoltà del territorio. Non spetta a me sottolinearle. Lo faranno gli addetti ai lavori: i sindaci di tutto il nostro comprensorio, la cui voce questa sera ci è data dalle parole e dalle linee programmatiche preparate da Giorgio Imperitura, sindaco di Martone. Ringrazio tutti i Sindaci della Locride, per aver voluto questo incontro. Li ringrazio per gli sforzi di leggere le problematiche del territorio in un’ottica unitaria. Sanno bene che gli eccessi di particolarismi e  i campanilismi non portano da nessuna parte e soprattutto non aiutano a risolvere le difficoltà esistenti. Oggi si parla in termini di globalizzazione ed il sistema informatico consente di rapportarsi con le parti più lontane del globo terrestre. Questo non porta necessariamente però a trascurare le peculiarità di un territorio, con le sue fragilità e vocazioni, specie quando si tratta di territori che per la loro collocazione geografica sono aree più povere e periferiche. Viene incontro il principio di solidarietà, che, insieme ai diritti inviolabili dell’uomo, solennemente riconosciuto e garantito dalla Carta costituzionale (art. 2 Cost.) “tra i valori fondanti dell’ordinamento giuridico”.

Onorevole Presidente

 Questa sua venuta era tanto attesa. Ed è facile per lei intuirne le ragioni. Questa terra avverte un senso di trascuratezza e di emarginazione, che va ad aggravare quella che la collocazione geografica le assegna, e che il sistema viario dei trasporti aggrava. Ma non voglio soffermarmi  su questo. Intendo solo porgere il saluto della comunità religiosa della Locride. Una comunità saldamente legata alle proprie tradizioni religiose, che intende collaborare con le istituzioni civili in vista della promozione del bene comune e lo sviluppo del territorio. È una diocesi, che, guidata ed accompagnata da sacerdoti preparati e consapevoli della propria missione, fa tutt’uno con la comunità civile, condividendone fatiche e speranze. Sin dall’inizio del mio ministero abbiamo fatto una scelta di condivisione e assunzione delle difficoltà di questo popolo. Lo abbiamo fatto sapendo che una religiosità autoreferenziale e arroccata all’ombra del proprio campanile non rende l’immagine  vera della chiesa. Nostro intento è promuovere e sviluppare nei fedeli una coscienza attenta, che sappia riconoscere e far suoi i limiti di una condizione sociale e civile troppo spesso addormentata, quasi anestetizzata dalla rassegnazione di fronte alle condizioni di disagio. Sappiamo che non c’è una soluzione magica ai problemi esistenti. Ma siamo consapevoli che l’impegno della chiesa nella formazione delle giovani generazioni e nella proposta di modelli e di stili evangelici è una via imprescindibile per superare quella povertà culturale e morale che è alla base di tutte le povertà del nostro territorio. In questo l’organizzazione scolastica consapevole della propria vocazione formativa può contribuire molto nella formazione di coscienze libere, di personalità formate al senso civico ed al valore del principio di legalità. Credo che tra le nostre priorità emerga fortemente una emergenza formativa, che venga incontro alle difficoltà delle famiglie. Il diritto allo studio merita di essere maggiormente sostenuto e tutelato nelle aree più povere. E questa per noi è tra quelle più povere della Calabria. Mi addolora sentirmi dire da mamme: non posso continuare o non ho potuto continuare a mandare mio figlio a scuola perché non ne avevo i mezzi economici e non potevo acquistare i libri e i sussidi scolastiche. Investire maggiori risorse nella scuola è vitale per questa zone. Naturalmente mi riferisco sia alle risorse economiche che a quelle umane che sono interessate, oltre che nel fornire cognizioni tecniche, nell’orientare verso percorsi di vita bella.

A questo livello come chiesa mi pongo in piena sintonia con le istituzioni scolastiche, collaborando in campo formativo nella nostre possibilità e competenze. Ribadiamo imprescindibile fare la nostra parte in questo ambito, convinti che la scuola del Vangelo è maestra di vita, e contribuisce tanto alla formazione di coscienze libere, di relazioni belle, nonché all’edificazione della città. Sappiamo che la subcultura e la povertà intellettuale, alimentate da un non trascurabile livello di evasione scolastica, sono il terreno più adatto allo sviluppo della delinquenza, dell’illegalità e della corruzione. Come Chiesa sappiamo di poter dare in tale orizzonte un apporto importante alla società civile. Ma non ci può essere chiesto di fare quanto non rientra nelle nostre specificità e competenze. Il messaggio evangelico è portatore di un annuncio di speranza e salvezza per tutti. Senza questa prospettiva di redenzione umana e civile non c’è carcere che tenga. Anzi il loro sovraffollamento è segno, oltre che del crescere di diffuse forme di illegalità, della grave difficoltà delle istituzioni preposte di rispondere in modo concreto e positivo al problema della delinquenza. Di fronte alla mancanza del pane e del lavoro, alla disoccupazione e precarietà occupazionale (non dispiace l’attenzione prestata al precariato LSU-LPU),  di fronte alla povertà delle famiglie è inutile perdere tempo in ragionamenti. Se non si affrontano i problemi sociali sottostanti non c’è speranza di perseguire risultati decisivi anche nella lotta alla ‘ndrangheta. Mi ha molto colpito molto il grido di aiuto di una mamma che ha trovato il coraggio di rompere con l’omertà desiderando dare un futuro ed una speranza ai suoi figli. Ma il costo che ha dovuto pagare è stato altissimo: l’isolamento e l’emarginazione della famiglia, la difficoltà di trovare qualunque tipo di lavoro, e quindi di condurre la famiglia e persino di comprare i libri ai figli e, in presenza di una grave patologia del figlio di dover ricorrere ad una struttura sanitaria fuori regione. E con quali risorse? La via scelta di difendere la dignità sua e della famiglia, come quelle simili a questa, è da sostenere in ogni caso, e non basta certo il limato aiuto della Caritas. Organizzare la mensa dei poveri, sensibilizzare alla solidarietà fraterna, predisporre migliori strutture di accoglienza, specie dei profughi e migranti, orientare verso uno stile di maggiore sobrietà anche nell’organizzazione delle feste religiose sono percorsi che ci vedranno in prima fila come Chiesa per offrire il nostro piccolo apporto allo sviluppo del territorio. Sappiamo però che “Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno” (Madre Teresa di Calcutta).

 Presidente,

grazie per questo incontro  che per noi ha più che il valore di una visita di cortesia. Nessuno di noi si attende promesse o cose del genere. Non ce n’è proprio bisogno. È però un incontro istituzionale. Questo, sì. Un incontro tra figure istituzionali che hanno contezza delle proprie responsabilità di fronte alla città. Il consenso democratico è un atto di fiducia cui corrisponde un dovere amministrativo circa il bene comune, non di alcuni o di pochi privilegiati.7644news

Ad accoglierla sono tutti i sindaci, le autorità ed altre rappresentanze istituzionali. Un esempio della volontà e dello sforzo comune di individuare le problematiche condivise, come anche di mettersi insieme pronti al dialogo, all’ascolto e alla collaborazione. La politica è anzitutto ascolto delle esigenze di tutti i cittadini, e particolarmente delle fasce più deboli.

C’è tanta fiducia in lei, ma in tanti c’è anche il timore che questa terra possa essere relegata a terra periferica. La Locride è un territorio strategico ricco di arte storia e cultura: al suo sviluppo è legato quello della regione, e non solo. Sappiamo che in politica c’è tanto da combattere contro il particolarismo e localismo, gli egoismi territoriali e individuali, ma una cosa è certa: la vera politica è quella che sa fare sintesi e cogliere gli interessi comuni partendo dai bisogni degli ultimi e più deboli. Lo sviluppo di una nazione dipende proprio dalle attenzioni e dal sostegno offerto alle aree più depresse.

Auguri, Presidente, buon lavoro.

Ah, dimenticavo: pregheremo per lei, Presidente, perché non manchi attorno a Lei la collaborazione di politici ispirati. Grazie e buon lavoro.