R. e P.
A S.E. Prefetto di Reggio Calabria
Al Commissario al Piano di rientro
per la Sanità in Calabria
Alla Commissione straordinaria A.S.P. di Reggio Calabria
La FP CGIL sin dall’insediamento della terna commissariale straordinaria, negli uffici di Via Diana, aveva auspicato un cambio di passo deciso nel settoreCdella sanità nella provincia reggina, nevralgico ed afflitto da molteplici criticità.
A partire dal primo ed unico incontro concesso alle OO. SS., a giudizio della scrivente, risultava evidente l’inesperienza nell’ambito della realtà in cui i commissari si stavano calando, specie in una materia complessa e delicata qual è quella sanitaria, nonostante ciò questa O.S. ha atteso il tempo necessario affinché i commissari prendessero contezza della situazione,manifestando sin da subito piena disponibilità al confronto costruttivo, sperando che l’inesperienza fungesse da stimolo per la costruzione di rapporti sindacali collaborativi, capaci di affrontare e risolvere in modo condiviso le varie problematiche che affliggevano e continuano ad affliggere questa ASP.
Purtroppo, dopo quasi un anno di gestione, bisogna prendere atto che non un passo nella giusta direzione sia stato fatto, anzi, se possibile la situazione è peggiorata.
Questa O.S. avrebbe volentieri fatto a meno di tale comunicazione per manifestare il proprio disappunto, ma, purtroppo, è sotto gli occhi di tutti quella che è la situazione disastrosa in cui versa l’ASP di Reggio Calabria dopo quasi un anno di gestione della commissione straordinaria, e dopo venti anni di commissariamento regionale.
Bisogna prendere atto che:
-nulla è cambiato a livello di organizzazione sanitaria, né a livello ospedaliero né a livello territoriale, malgrado quanto previsto dall’atto aziendale, che, pur approvato ormai da un lustro dagli apparati regionali,non è stato ancora applicato;
-nulla è cambiato nell’ assegnazione e nel raggiungimento degli obiettivi strategici aziendali che continuano a non essere programmati;
-nulla è cambiato nella formazione degli organici del personale, in prospettiva dell’assegnazione e del raggiungimento degli obiettivi aziendali e del miglioramento dei LEA, i quali, semmai, sono peggiorati;
-nulla si è fatto sulla gestione del debito aziendale in attesa della validazione della richiesta di dissesto (ancora non pervenuta), che continua a non essere pagato e quindi a lievitare ulteriormente, raggiungendo ormai cifre incontrollabili, con buona salute all’agognato piano di rientro dei debiti pregressi;
-nulla si è fatto per tamponare la crescente carenza di personale che a mano a mano si è creata e si va creando in seguito all’ ormai insostenibile blocco del turnover.
E mentre le varie UU.OO. deputate alla cura dei malati boccheggiano in piena asfissia per la mancanza di adeguati e moderni mezzi strumentali diagnostici e di personale, la commissione straordinaria si limita a prorogare i contratti, ex art. 15 septies, scaduti il 31/12/2019 (delibera n. 609 del 31/12/2019)soltanto ad un dirigente avvocato, ad un dirigente architetto/ingegnere e ad un dirigente statistico, motivando il tutto sulla necessità di continuazione dei LEA (come se i livelli di assistenza venissero garantiti dai soli dirigenti amministrativi) e attribuendo i relativi costi alla spesa storica, dimenticandosi però di rinnovare il contratto (anch’esso scaduto il 31/12/2019) a tutto quel personale medico e paramedico (Infermieri, Ostetriche e Operatori Socio Sanitari) che si trova in prima linea nella cura dei pazienti e che, soltanto grazie a loro, si è potuto finora mantenere un pur minimo di livelli assistenziali, e il cui costo rientrerebbe anch’esso nella spesa storica.
L’assenza di rinnovo di tali contratti metterà in grosse difficoltà, se non porterà addirittura alla chiusura dei due ospedali spoke di Polistena e di Locri, costringendo le famiglie a sobbarcarsi fardelli pesantissimi per mantenere le cure e l’assistenza continua a pazienti con disabilità gravi: com’è il caso del centro di recupero neurologico di Locri, la cui sopravvivenza è stata mantenuta, finora, proprio da uno sparuto numero di infermieri e di Operatori Socio Sanitari con contratto a tempo determinato, scaduto il 31 dicembre 2019 e finora non prorogato, e di qualche dirigente medico che in diverse occasioni ha coperto il turno degli O.S.S., in numero già da allora insufficiente per garantire la normale turnistica.
Tutto il peso dell’organizzazione amministrativa e dell’offerta sanitaria vera e propria ricade sul sempre più esiguo numero di personale(amministrativo e sanitario), il quale,si ritrova ad operare con turni massacranti, senza il rispetto dei normali canoni di rapporto lavoro/riposo, con assunzione di responsabilità al di sopra di quanto previsto dalle leggi e dai Contratti Collettivi di Lavoro per il profilo di appartenenza e senza la corrispettiva retribuzione per le responsabilità assunte; costretto, per le ormai croniche esigenze di servizio e per non subire procedimenti penali per abbandono di servizio pubblico, a superare di gran lunga le ore di lavoro straordinario stabilito in sede di contrattazione decentrata, per poi doversi sobbarcare un lungo iter giudiziario per vedersi pagare la relativa indennità; per non parlare del rischio, anche dell’incolumità fisica a cui è sottoposto, perché lasciato alla mercé di una utenza spesso imbufalita per i ritardi e le scadenti prestazioni erogate dal sistema sanitario.
A fronte di tali insostenibili sacrifici, detto personale si ritrova a non percepire la produttività (comparto) o l’indennità di risultato (dirigenza medico veterinaria ed SPTA) dal lontano 2015; i buoni mensa non vengono erogati dall’aprile 2016, mentre l’ultimo riconoscimento delle fasce economiche orizzontali risale all’anno domini 2010.
Le prerogative e i diritti sindacali sono state scandalosamente calpestati: alla data odierna non è stata data alcuna comunicazione sull’ammontare dei fondi contrattuali relativi agli anni 2016-2017-2018-2019, sia del comparto che della dirigenza medico veterinaria ed SPTA; le organizzazioni sindacali non sono state convocate per il confronto sul fabbisogno biennale del personale, che, a quanto a conoscenza di questa O.S., non è stato ancora predisposto dall’ASP; malgrado le richieste pervenute dalle varie sigle sindacali, non vi è stata a tutt’oggi la convocazione per il rinnovo dei contratti decentrati; ed infine, dulcis in fundo, la delibera predisposta dal Dott. Mesiti, che prevedeva un regolare incontro sindacale il primo venerdì di ogni mese, adottata per cercare di trovare delle soluzioni condivise agli annosi problemi che affliggevano (e che affliggono) l’ASP è stata revocata, con esclusione quindi del sindacato sulle scelte dell’azienda, riguardanti tutti quegli istituti che prevedono la consultazione sindacale.
In tutto quest’arco di tempo la Commissione Straordinaria si sarà probabilmente impegnata allo spasimo per cercare di ristabilire la legalità perduta all’interno dell’Azienda Sanitaria Provinciale, ma non crediamo ci sia riuscita del tutto,nel far ciò ha sicuramente relegato in posizione secondaria quello che è lo scopo principale per cui le AA.SS.PP. sono state create, e cioè quello di garantire dei Livelli di Assistenza Sanitaria ritenuti “essenziali” dalla legge.
La sensazione della scrivente è che l’essersi affidati “all’usato sicuro” di qualche dirigente in quiescenza, riesumato per l’occasione, non solo non sia servito allo scopo principe, ma abbia sortito effetti peggiorativi ,tralasciando quanto di più concreto potrebbe sorgere da un confronto serio con le organizzazioni sindacali.
Per tutti questi motivi la FP CGIL dichiara lo stato di agitazione,su espresso mandato dei lavoratori,per una seria ed efficace protesta, riservandosi azioni più clamorose quali l’indizione di una o più giornate di sciopero.
La presente vale come formale apertura delle previste procedure di raffreddamento e conciliazione previste dalla L. 146/90.
Reggio Calabria lì,08/01/2020
Francesco Callea
Segr. Gen. FP CGIL Reggio Calabria – Locri
Vincenzo Callea
Segr. FP CGIL Comprensorio Gioia Tauro
Bruno Sansotta
R.s.a FP CGIL Osp. Di Locri