R. e P.

L’associazione ASCOA,  Associazione Provinciale della Piccola e Media Impresa,  lancia un appello al governo nazionale e regionale affinché, nell’ambito delle rispettive competenze,   invertano  la visione della crisi che sta soffocando il commercio al dettaglio, pesantemente aggravata dall’emergenza COVID. Gli aiuti a favore dei negozi chiusi sono assolutamente necessari, ma non sufficienti a mantenere vivo il mondo della distribuzione. Serve un progetto di crescita del settore che tenga conto delle nuove necessità del mercato e, in particolare,  dell’insostenibile concorrenza dei giganti  del commercio elettronico.

 

Per il piccolo negozio di vicinato appare già gravoso far fronte alle difficoltà derivanti dalla crisi economica, ancor di più diventa  impensabile  affrontare un mercato online  in cui i veri padroni abbattono i prezzi con l’acquisto di grandi quantità. Alcuni colossi dell’e-commerce, in piena crisi  pandemica,  hanno addirittura raddoppiato i guadagni rispetto al 2019. Stiamo arrivando ad un regime di oligarchia del dettaglio  in cui solo pochi soggetti riescono a governare e imporre i prezzi delle merci, senza lasciare spazio e speranza ai tanti piccoli esercenti. Il consumatore  finale ormai propende  per comodità, convenienza  o necessità, come nel caso covid,  verso  l’acquisto online, settore in cui  le grandi  piattaforme  riescono a offrire la merce a prezzi ormai  impraticabili  per un normale negozio al dettaglio.

 

Si rende urgente un forte sostegno  che, insieme  alla  logica del sussidio temporaneo  in periodo di chiusura,  permetta ai tanti piccoli esercenti di lavorare anche  a distanza e di essere competitivi nel grande circuito della rete. Oggi, ancor di più,  in periodo emergenziale,  la politica deve investire  significative  risorse per colmare questo importante gap ormai diventato strutturale a fronte del cambiamento epocale dei consumi.

 

Il ristoro è funzionale all’emergenza della chiusura, ma rimane insufficiente a realizzare un progetto di medio e lungo termine che sappia rispondere  alle esigenze  dell’attuale pandemia e che renda più forte  la rete distributiva. Per il prossimo futuro diventa insostenibile  sopravvivere con il sussidio di Stato. La dignità degli esercenti richiede il ritorno all’attività lavorativa anche con nuove modalità, altrimenti lo scenario che si prospetta vedrà  scomparire la maggior parte dei negozi di prossimità,  con forte impoverimento dei centri urbani e concentrazione della ricchezza in capo a pochi.

 

La proposta dell’Ascoa è di intervenire subito,  istituendo un fondo di sostegno per gli esercizi di vicinato, finalizzato alla copertura di  spese  per nuovi investimenti in tecnologia digitale,  formazione per il personale, realizzazione di siti e-commerce per l’azienda, copertura delle spese di spedizione dei prodotti.

 

Inoltre, serve una politica di defiscalizzazione degli acquisti presso i negozi di vicinato fino a 250 mq di superficie , sottoforma di riduzione delle aliquote iva, deduzione fiscale degli scontrini o credito d’imposta.

 

Ciò consentirà di creare le condizioni per  sperare di neutralizzare le conseguenze negative di un  futuro che all’orizzonte appare drammatico.