Caro Tito, il nostro indimenticabile Vito Maida, poeta e cantautore di Soverato (CZ), ha avuto, tra i tanti suoi molto benèfici ruoli sociali, pure quello di grande “tessitore” della Calabria Prima Italia. Infatti, sapeva benissimo che dall’aprile 1982 mi stava a cuore conoscere meglio quell’epoca che, di molto anteriore al periodo della Magna Grecia (ottavo-secondo secolo avanti Cristo), aveva visto in Calabria la nascita del nome Italia e della prima Italia anche politica, fondata da Re Italo (vale a dire attorno al 1500 a. C.- quindi 3500 anni fa), ovvero 16 generazioni prima della guerra di Troia (combattuta molto probabilmente tra il 1194 e il 1184 a. C. oppure attorno al 1250). Perciò, Vito non mancava mai di aggiornarmi su fatti e persone che riguardassero questa mia sfera di interesse socio-storico-culturale che era anche la sua. Così, tra tanto altro, mi ha informato del docente universitario tedesco Armin Wolf, in quale stava facendo ricerche su Ulisse e la Calabria ed aveva acquistato casa nel rione castello a Squillace ed era solito frequentare a Copanello di Stalettì la famiglia di Libero Gatti (il cui zio Enzo qualche tempo prima aveva scritto un libro proprio su Re Italo).

Così, nell’autunno 1993, una volta che il prof. Wolf era presente in zona, Vito Maida (nella foto), tramite Libero Gatti, mi ha fissato un incontro con il prof. Armin Wolf, al quale ho fatto partecipare pure il prof. Antonio Gesualdo di Badolato, mio amico fin dai tempi della scuola media e studioso di ottimo livello.

E’ stato un lungo e utilissimo colloquio, ospiti del sempre gentile Libero nella sua casa sulla scogliera Cassiodoro di Copanello. Poi, nell’estate 1995, Vito mi ha informato del dottore Salvatore Mongiardo (originario di Sant’Andrea Apostolo dello Jonio ma allora residente in Milano) il quale aveva scritto il libro “Ritorno in Calabria” ed aveva celebrato i “sissizi” di Re Italo (cioè i pasti comuni che dalla Calabria di 3500 anni fa si erano estesi in quasi tutti i popoli del Mediterraneo come segno di pace, coesione sociale e di prima democrazia).

Da allora sono stato sempre in contatto con Mongiardo, il quale è passato più volte a trovarmi in Agnone del Molise, dove mi ero trasferito per matrimonio dal settembre 1982 (salvo alterni periodi in cui ho operato culturalmente ancora a Badolato).

Quando Salvatore si è poi trasferito definitivamente a Soverato (dopo essere andato in pensione) i contatti sono diventati assai assidui e addirittura esaltanti riguardo i temi della Calabria Prima Italia. Insieme abbiamo conosciuto persone e personaggi utili ad approfondire i periodi storici a noi più interessanti. In particolare, il sociologo Franco Caccia (nella foto) è stato dal 2020 tra coloro i quali hanno condiviso maggiormente queste nostre ricerche. Giusto 5 anni fa (quando era ai primi anni di mandato come Assessore alla programmazione e al turismo del Comune di Squillace) il dottore Caccia ha preso molto a cuore la Prima Italia, per il valore in sé e per sé ma soprattutto perché la sua Città aveva un ruolo essenziale, come primo elemento dell’Istmo assieme a Lamezia (Terme).

Ed è stato facile e del tutto naturale, poi, per lui diventare amico del prof. Armin Wolf, specialmente dopo l’istituzione del “Centro Studi e Ricerche sulla Prima Italia” (avvenuta con delibera di giunta municipale n. 26 del 14 aprile 2021) quando tale noto storico tedesco, assai amante della Calabria e di Squillace in particolare, è stato nominato “Presidente onorario”.

1 – ARMIN WOLF E ALTRI ILLUSTRI TEDESCHI “CALABRESI”

Il prof. Armin Wolf non è stato il primo cittadino tedesco che si è innamorato della Calabria per la bellezza della sua geografia, della sua storia e del suo popolo. E’ stato così pure per San Bruno da Colonia (Colonia 1030 – 1101) il quale riposa nella “sua” Serra San Bruno (oggi in provincia di Vibo Valentia) e per il famoso glottologo Gerhard Rohlfs (Berlino 1892 – Tubinga 1986) il quale ha studiato addirittura i dialetti calabresi, appassionandosi alla semplicità e alla bontà degli abitanti di questa nostra Terra, che proprio alcuni tedeschi affermano essere un “pugno di Baviera in mezzo al Mediterraneo”. E alcuni paesi calabresi (come Bova, Badolato ecc.) hanno ricambiato, con riconoscenza e gratitudine, intitolandoGli piazze e altro. Tra coloro che hanno amato la nostra Terra e la nostra Gente vorrei annoverare pure la docente universitarie e scrittrice Godula Kosack (1944) di cui abbiano resi noti i suoi sei racconti badolatesi e calabresi nella raccolta “Ancora un commiato”. Vive a Lipsia.

2 – L’ULTIMO SALUTO AD ARMIN WOLF

Dopo lunga malattia, sabato 26 aprile 2025, il prof. Armin Wolf è morto a Francoforte all’età di 90 anni. I suoi tre figli (Elisabeth, Dorothea e Halvor) dandone l’annuncio alla Città di Squillace, informavano che, eseguendo le volontà paterne, sabato sette giugno avrebbero tumulato le sue ceneri accanto a quelle della moglie Inge, nel giardino dell’amata casa di Squillace. Così, puntualmente, è avvenuto. Squillace ha voluto dedicare al suo illustre Cittadino onorario l’intera giornata dello scorso sabato 07 giugno. Infatti, in mattinata, si è svolta nella Sede comunale la commemorazione, in presenza di Autorità e di un folto pubblico, tra cui numerosi amici, con il ricordo ufficiale di Salvatore Mongiardo (il cui testo riporto più avanti). Inoltre, hanno commemorato il sindaco di Squillace Enzo Zofrea, il sindaco di Tiriolo Domenico Stefano Greco, l’ex sindaco di Tiriolo Puccio, l’ex assessore squillacese Franco Caccia, alcuni amici (tra cui l’affezionatissimo e fedele amico ceramista Pino Cerullo).

Il senso commosso della giornata dedicata all’ultimo saluto della Calabria (e di Squillace in particolare) all’eminentissimo studioso è ben descritto, tra l’altro, in due brevi resoconti da << www.preserreedintorni >> il sito di Squillace, fondato e diretto dall’avv. Franco Polìto: << https://www.preserreedintorni.it/a-squillace-lultimo-viaggio-per-armin-wolf-il-maestro-che-uni-ulisse-e-la-calabria/ >> e << https://www.preserreedintorni.it/squillace-celebra-armin-wolf-luomo-che-riporto-ulisse-a-casa-nel-cuore-della-calabria/ >>. Adesso si tratta di dedicare qualcosa pure topograficamente al prof. Armin Wolf non soltanto in Squillace e a Tiriolo, ma anche in altri Comuni della Calabria. E forse è il caso di intitolare proprio al suo presidente onorario pure il “Centro Studi e Ricerche sulla Prima Italia”. Ed ecco, qui di sèguito, il testo di Salvatore Mongiardo, diffuso pure via web in forma di video-testimonianza.

3- IN MEMORIA DEL PROFESSOR ARMIN WOLF (1935-2025)

Carissimi Elisabeth, Dorothea e Halvor, figli del Professor Armin Wolf, Egregio Sindaco di Squillace Zofrea e Consiglio Comunale, Care Amiche e Amici presenti e che ci seguono da remoto, il Professor Wolf ha voluto che le sue ceneri fossero tumulate nel giardino della sua casa, accanto a quelle dell’amata consorte Inge, come avverrà questo pomeriggio. Desidero ora brevemente ricordare i miei incontri con Armin che iniziarono nel lontano 1965. Allora io ero tornato dalla Germania, dove avevo passato un anno ad Hannover per imparare il tedesco, e mi fu detto che a Copanello un professore tedesco voleva parlare della Calabria antica, ma non conosceva l’italiano, e cercava qualcuno che traducesse il suo discorso. Mi offrì io e così conobbi il giovane Professor Wolf che parlava della nascita dell’Italia e di re Italo, che nelle nostre terre aveva fondato l’Italia e creato i sissizi, i banchetti comunitari che miravano a unire il suo popolo, quello dei Greci Enotri, con la popolazione circostante dei nativi. Italo diede a quelle genti il suo nome e così nacque l’Italia.

Passarono da allora più di trent’anni e un giorno l’amico Vito Maida mi parlò di un professore tedesco che a Squillace aveva comprato una casa accanto al Castello con ampia vista sullo Jonio, e scriveva cose molto interessanti sui viaggi di Ulisse.

Andammo a trovarlo e grande fu la mia sorpresa quando incontrai di nuovo Armin. Da allora iniziammo una frequentazione più densa e matura e parlammo molto di Ulisse che naufrago approdò alla terra di Scherìa, che Wolf affermava essere la costa di Lamezia Terme. Potei leggere così la bozza del suo libro nel quale esponeva le sue ricerche con ricchezza di particolari verificati sui luoghi, senza tralasciare nessun dettaglio sulle correnti marine, il volo del falco, il vulcano Stromboli, l’incontro con Nausicaa, la reggia di Alcinoo e il giardino dalla fruttificazione perenne, la lingua greca che Ulisse, Alcinoo e i suoi parlavano…

Insomma una mole ingente di prove che Armin aveva raccolto con un lavoro immane di vari decenni. Dovette tribolare non poco il caro Armin per la traduzione in italiano del suo importante lavoro, che fu poi rivisto e ampliato in edizione definitiva nel 2022 col titolo Ulisse in Italia.

Diverse volte ci confrontammo sull’argomento e nell’edizione definitiva Armin accolse il termine di Prima Italia, la terra dell’Istmo Squillace-Lamezia, dove l’Italia era nata a opera di Italo. Quel riconoscimento della Prima Italia era stata portata avanti con determinazione da Mimmo Lanciano, che poi spinse per la creazione, realizzata dall’amico Franco Caccia nel 2021, allora assessore del Comune di Squillace, del Centro studi e ricerche sulla Prima Italia.

Armin accettò di esserne il Presidente Onorario, dispiaciuto di non potere fare molto, perché già affetto da malattia, così io ebbi l’incarico di Direttore. Franco Caccia fu poi anche il fautore del conferimento al Prof Wolf della cittadinanza onoraria di Squillace, meritata non solo per le sue ricerche, ma anche per l’attaccamento suo e della moglie Inge nei confronti della comunità di Squillace, che li ha accolti con affetto e sempre rispettati.

In particolare, va ricordato Pino Cerullo che lo ha aiutato con devozione filiale in tutte le loro necessità e incombenze, tanto che Armin lo indicava ai suoi figli come il loro fratello italiano.

Alla fine della cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria lo accompagnai a casa e gli chiesi se era contento. Armin rispose: Sì, sono molto contento! In un incontro successivo gli dissi che la sua impeccabile ricostruzione del viaggio di Ulisse in Italia non metteva in luce l’etica che sovrasta tutta quella vicenda. Ulisse arrivò in Italia proveniente da Troia, distrutta anche grazie alla sua astuzia, e naufrago approdò in una terra, dove venne accolto e onorato, rivestito e riempito di doni. Ma Ulisse bramava tornare alla sua Itaca, e Alcinoo lo aiutò col viaggio in nave, che, secondo me, era stato come un viaggio dal paradiso dell’Italia all’inferno di Itaca.

Lì, la fedele moglie Penelope ingannava con astuzie i pretendenti Proci. E quando Ulisse iniziò la strage dei Proci, il figlio Telemaco lo aiutò nella spietata carneficina e Penelope indicò le dodici ancelle che si erano date ai Proci dietro suo invito per stornarli da sé. E cosa fanno padre e figlio? Tendono una corda e impiccano le poverette che agitavano le gambe come colombe prese al laccio, come scrive Omero. La mia conclusione era che Ulisse, Penelope e Telemaco vivevano con gran gusto in un mondo di violenza nel quale erano nati e cresciuti, anche se Ulisse aveva avuto esperienza del mondo senza odio né violenza dell’Italia, che però non aveva accettato.

Ripresi l’argomento in un’altra occasione e cercai di spiegare quelle mie affermazioni in questo modo. Io avevo lasciato la Calabria per la Germania in cerca di libertà di vita, che in Calabria mi mancava, mentre Armin aveva cercato la Calabria come terra di Ulisse, ma in profondità egli cercava un mondo ideale dove vivere e godere della vita tra gente socievole, volenterosa e pacifica. Quella che io chiamavo brama di Italia non era un fenomeno nuovo, ma aveva dei testimoni come Enea, il vinto, che trovava rifugio in Italia al pari del vincitore Ulisse. Più tardi anche Pitagora abbandonò Samo, dominata dalla tirannia, e sbarcò a Crotone. Altrettanto fece poi un tedesco, San Bruno di Colonia, che abbandonò l’università di Reims, di cui era rettore, e i Normanni, armati fino ai denti, che avevano invaso tutto il Sud Italia. Egli, come poi scrisse, desiderava vivere appartato tra gente buona e semplice, nella montagna di Serra. La Calabria quindi come terra di quanti anelano alla felicità e alla pace, una patria che io e Armin cercavamo in Germania, ma che alla fine abbiamo trovato in Calabria, l’unica terra che non ha mai fatto guerre né dentro né fuori dei suoi confini. Essa però è stata invasa e dominata da venti popoli stranieri in armi, a cominciare proprio dai Greci. Una vicenda unica che adesso viene riesaminata, e dalla quale emerge la Calabria come patria di chi veramente ama la pace. Carissimo Armin, la terra che tu hai tanto amato, con altrettanto amore accoglie oggi le tue ceneri, e dice a gran voce: Eterna viva la memoria di Armin Wolf! Salvatore Mongiardo, Squillace, 7 giugno 2025.

4 – SALUTISSIMI

Caro Tito, ormai appare fin troppo chiaro come e quanto il prof. Armin Wolf sia uno dei pilastri fondamentali della Calabria Prima Italia e come tale noi lo celebriamo adesso, con grande gratitudine e devota riconoscenza. Come tale lo ricorderemo sempre anche in futuro. Speriamo che se ne rendano conto pure le Istituzioni e coloro che hanno il compito e la responsabilità di valorizzare non soltanto la Calabria ma anche l’Italia e il Mediterraneo. In particolare, speriamo che se ne rendano conto i nuovi amministratori (appena eletti) del Comune di Lamezia Terme, che è l’altra “Città dell’Istmo e della Prima Italia”. Come già sai i precedenti amministratori hanno snobbato tutte le nostre proposte per la valorizzazione della stessa Lamezia come “città della Calabria Prima Italia” mentre, nel contempo, con Squillace abbiamo realizzato belle iniziative, grazie soprattutto alla lungimiranza e alla collaborazione dell’allora assessore Franco Caccia, cui va pure qui un solenne ringraziamento.

Un ringraziamento fraterno e solenne va pure a Salvatore Mongiardo, il cui lavoro per la Calabria è incessante e utilissimo. Tra tanto altro, voglio qui ricordare le edizioni della Camminata della Prima Italia (dallo Jonio di Squillace al Tirreno di Curinga) sperando che tale percorso possa trasformarsi o aggiungersi, prima o poi, nella più volte proposta (fin dal 1982) MARATONA DELLA PRIMA ITALIA … proposta che, man mano, sto rinnovando singolarmente ai sindaci dei Comuni dell’Istmo, come ho fatto giorni fa al sindaco di Stalettì, Mario Gentile il quale si è mostrato sensibile a questa e ad altre iniziative tese a valorizzare questo territorio dove è nata l’ITALIA. Così, dopo aver dovutamente onorato il prof. Armin Wolf (che resta nei nostri cuori e nella nostra massima considerazione), ci congediamo da questa “Lettera n. 615” pensando già alla “616”. Ringrazio te e i nostri cari e gentili lettori, raccomandando a tutti  … CHI PIU’ PUO’ FACCIA E CHI PIU’ PUO’ DICA … non soltanto riguardo la Calabria Prima Italia ma anche  e specialmente riguardo la PACE IN UCRAINA, IN PALESTINA, IN SUDAN E OVUNQUE LE ARMI SPADRONEGGIANO SULLA SACRA VITA DELLE PERSONE E DEI POPOLI. Alla prossima e tanta cordialità a tutti!…

Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)