Prime decisioni per gli indagati della maxioperazione “Canadian ‘Ndrangheta Connection”. Ieri pomeriggio, infatti, i gip presso il Tribunale di Locri, Amelia Monteleone e Sergio Malgeri, all’esito dell’udienza di convalida del fermo emesso dalla Procura antimafia di Reggio, hanno disposto 7 misure cautelari in carcere, una agli arresti domiciliari e 2 scarcerazioni.

Per alcune posizioni i gip hanno convalidato il fermo, per altre no. I giudici, come scrive la Gazzetta del Sud in edicola, hanno dichiarato la propria incompetenza in ordine ai reati oggetto del procedimento penale con conseguente trasmissione degli atti all’ufficio del pubblico ministero presso il Tribunale di Reggio.

Questo il verdetto nel dettaglio:

Non convalida del fermo e immediata liberazione per Francesco Filippone classe 1981 e Armando Muià classe 1956

Ordinanza di non convalida del fermo e contestuale applicazione della misura cautelare in carcere per Domenico Cerisano,Giuseppe Macrì, Vincenzo Muià classe 1968, Vincenzo Muià detto “il fontaniere” classe ottobre 1969, Cosimo Futia detto “Shuster”.

Convalida del fermo e contestuale applicazione misura cautelare in carcere per Giuseppe Gregoraci detto “Pino” , Vincenzo Muià classe novembre 1969.

Non convalida del fermo e contestuale applicazione della misura degli arresti domiciliari per Michelangelo Archinà

La genesi dell’indagine si incardina a seguito dell’omicidio di Carmelo Muià, detto “Mino”, ucciso il 18 gennaio 2018 a Siderno. È iniziata in questo modo un’indagine che ha portato gli inquirenti a scoprire quelli che sarebbero i nuovi assetti su Siderno e le propaggini, come storicamente affermato, che collegano la cittadina ionica reggina con il Canada.

fonte: Rocco Muscari – gazzettadelsud.it