R. e P.
Avevo avuto notizia di un “Laboratorio archeologico” dedicato a giovani partecipanti programmato per lo scorso 15 giugno a cura del Gruppo Archeologico Altano di Polistena presso il Museo e Parco Archeologico di Locri Epizefiri nell’ambito delle “Giornate Europee dell’Archeologia”. Incuriosito dalla natura della proposta e dalla bellezza del contesto, ho deciso di accompagnare il mio nipotino Leonardo, giunto da Milano sulla costa ionica per trascorrere, come tutti gli anni, un periodo di vacanza qui, nella terra d’origine della nostra famiglia.
Siamo stati cordialmente accolti – insieme agli altri partecipanti – dai due volontari del Gruppo Archeologico Altano, i quali hanno dato inizio all’esperienza di “scavo archeologico simulato”, un approccio che faceva sentire gli “archeologi in erba” protagonisti delle proprie scoperte, sperimentando il metodo di ricerca attraverso un percorso di osservazione–deduzione.
La fase successiva – ricostruire un vaso a partire dai frammenti – ha offerto l’emozione di scoprire attraverso i reperti archeologici che, anche in un’epoca tanto lontana dalla nostra, la vita di tutti i giorni scorreva secondo consuetudini, attività e usi a noi ben noti, in quanto rispondenti a comuni necessità.
La mattinata si è conclusa con un laboratorio di ceramica nel corso del quale ciascuno dei partecipanti si è cimentato nella produzione di un piccolo manufatto di argilla, sperimentando il piacere di esprimere la propria creatività e divertito dalla possibilità di fabbricare con le proprie mani un oggetto, immedesimandosi per un momento con i vasai di un tempo tanto lontano.
Si è trattato, dunque, di una esperienza significativa – oltre che divertente – meritevole di essere maggiormente pubblicizzata e valorizzata al fine di consentire ad un pubblico più ampio di scoprire il mondo della ricerca archeologica, cogliendo in modo immediato il senso della storia, non quale concetto astratto ma in quanto tangibile realtà di un tempo vissuto da persone esistite, allora come ora, in una propria quotidianità.
“C’è sempre un ‘ombra – ha scritto Vincenzo Consolo – che appare dietro una pietra di rovina tra un carrubo e una colonna sterrata. C’è sempre una voce che parla e che vuole raccontare, dire ecco il mondo è stato tutto questo, fermati ascoltalo non durerà per molto anzi, vedi, è già scomparso.” (Le Pietre di Pantalica).
by nonno Pasquale
foto profilo fb Museo e Parco archeologico nazionale di Locri Epizefiri- DR Musei Calabria