La coltivazione del gelso (Morus celsa), così comune un tempo, oggi è quasi del tutto dimenticata. Lo si vede sporadicamente in qualche parco, o viale alberato, come semplice albero ornamentale. E i suoi frutti, le more di gelso, vengono lasciate sui rami, a maturare fino a cadere e a marcire, senza che nessuno si degni di raccoglierli.
Uno spreco indicibile se si pensa che un solo albero produce quintali di frutta ogni anno, senza aver bisogno di alcun tipo di trattamento, se non una semplice potatura annuale per ridimensionare la chioma e agevolare la raccolta della frutta.
Eppure di argomenti convincenti per riprendere la coltivazione di questa pianta ce ne sono e in abbondanza.
Innanzitutto è una pianta rustica, che si adatta di buon grado a qualsiasi tipo di terreno. E’ estremamente longeva e resistente, sia alle malattie, che alle temperature rigide dell’inverno.
Ogni parte dell’albero del gelso può essere utilizzata a scopo fitoterapico: frutti, foglie, corteccia e radici contengono numerosi principi attivi che la rendono utilissima a scopo terapeutico contro parecchi disturbi oggi molto comuni, come il diabete e la stipsi (giusto per citarne un paio).
Le radici sono robuste ed elastiche, molto espanse e in passato, proprio per l’ampiezza e la forza del suo apparato radicale, questi alberi venivano piantati in gran numero per contrastare i fenomeni franosi dei terreni. Problema di cui ancora oggi molte zone d’Italia sono ripetutamente soggette.
Per questi motivi credo sia importante riscoprire il valore di questa pianta eccezionale, a torto snobbata e dimenticata.
Morus nigra e Morus alba
Il gelso è una pianta imponente, della famiglia delle Moracee. Può raggiungere i 15 metri d’altezza, ed è dotato di una chioma ampia e fogliosa, che con l’età assume una naturale forma globosa.
Vi sono numerosi tipi di gelso, se ne contano una quindicina in tutto, ma la coltivazione di questa pianta si è concentrata soprattutto su due tipi: il gelso nero (Morus Nigra L.) e il gelso bianco (Morus Alba L.), che possiamo distinguere agevolmente in base al colore dei loro frutti.
Entrambi sono piante originarie del continente Asiatico, importante successivamente in Europa per scopi differenti.
Il gelso bianco
Il gelso bianco (Morus alba) è nativo delle aree centrali ed orientali della Cina, dove veniva impiegato per la bachicoltura. La larva del baco da seta è infatti ghiotta delle foglie del gelso. Successivamente, in età coloniale, il gelso bianco è stato importato anche in Europa per lo stesso motivo.
Fino alla metà del ‘900 il gelso bianco ha avuto un’enorme diffusione nel nostro Paese, poi, con l’avvento e l’affermazione delle fibre sintetiche, l’allevamento del baco da seta è andato scomparendo e con esso anche la coltivazione del gelso bianco.
Non veniva invece coltivato come albero da frutto, in quanto il gusto, anche se dolce, resta un po’ insipido al palato. A tal proposito veniva preferita la coltivazione del gelso nero.
Il gelso nero
Il gelso nero (Morus nigra) è invece originario dell’Asia minore ed era già noto nell’antica Grecia e nell’antica Roma, dove veniva coltivato per il sapore dei suoi frutti, dotati di un miglior equilibrio tra dolcezza e acidità.
Le more del gelso nero, in passato, non solo venivano mangiati freschi, ma venivano utilizzati anche per produrre delle ottime confetture e una bevanda leggermente alcolica, molto simile al vino.
I frutti del gelso
I frutti, chiamati impropriamente more di gelso, sono delle drupe succulente, simili alle comuni more di Rovo, ma con forma oblunga. Si distinguono principalmente in gelso nero e gelso bianco, anche se esistono altre varietà meno conosciute, come il gelso rosso, proveniente dal Nord America.
La maturazione delle more di gelso avviene, a seconda delle varietà, da fine maggio, a tutto luglio in modo scalare.
Il gelso bianco ha sapore dolce ma spesso risulta insipida, perché manca della necessaria acidità, mentre il gelso nero è decisamente più gustoso ed aromatico.
Per quanto riguarda i valori nutrizionali, il gelso è un frutto poco calorico (circa 40 kcal per 100g), contiene buone quantità di ferro (circa 185 mg per 100 g) e discrete quantità di potassio, manganese e magnesio. Tra le vitamine troviamo piccole quantità di vitamina C, vitamine del complesso B e vitamina K.
Valori nutrizionali per 100 g di more di gelso:
Calorie | kcal. | 40 |
Acqua | % | 87.2 |
Proteine | % | 1.3 |
Carboidrati | % | 9.6 |
Grassi | % | 0.3 |
Fibre | % | 1.6 |
Ciò che differenzia le more di gelso nero, da quelle di gelso bianco, oltre al gusto e al colore, è la presenza di alcune sostanze dalle spiccate proprietà antiossidanti.
Tra questi i più importanti sono le antocianine (o antociani), dei pigmenti appartenenti al gruppo dei flavonoidi (responsabili del colore nero-violaceo del gelso nero) e il resveratrolo, un potente antiossidante, presente anche nell’uva e nel vino rosso, con proprietà cardioprotettive ed antitumorali. Una sostanza che, secondo alcune ricerche svolte su modelli animali, sarebbe in grado di allungare la vita dell’uomo.
Utile contro la carie
In passato il succo ricavato dalle more di gelso, veniva adoperato in forma di colluttorio per fare dei gargarismi. Sembra infatti che il succo di questi frutti sia particolarmente efficace in caso di infiammazioni della bocca e della gola e per prevenire la carie dentale.
Dove acquistare le more di gelso?
Difficilmente troverete questi frutti nei banconi dei supermercati, o dei negozi di frutta e verdura. Vi sono alcuni negozio Bio specializzati, che vendono al pubblico frutta secca di gelso, o confetture a base di more di gelso.