Tutto è partito da un’attività di osservazionecontrollo e pedinamento svolte dalle fiamme gialle su un dipendente, ora in pensione, della Lamezia Multiservizi, società partecipata dal Comune che si occupa di diversi servizi cittadini.

Un’attività che avrebbe portato a scoprire come l’uomo recapitasse delle taniche contenenti del liquido, che si è poi accertato fosse gasolio, a due coniugi che gestiscono un distributore di carburanti nella zona sud di Lamezia Terme.

I finanzieri, informata di ciò la Procura della Repubblica cittadina, hanno così eseguito degli approfondimenti, anche con l’ausilio di strumentazioni tecniche, tramite i quali sono arrivati oggi ad ipotizzare che il dipendente rubasse il carburante destinato ai mezzi della società in house e per la quale lavorava, per poi cederlo, in taniche da 25 litri ciascuna, ai due benzinai.

Questi ultimi, a loro volta, lo avrebbero rivenduto attraverso una rete di persone di loro fiducia e che sono state anch’esse e tutte denunciate per associazione per delinquere finalizzata ai furti ed alla ricettazione.

Sulla base dei risultati dell’indagine, avviata nel mese di novembre del 2021 e conclusasi nel gennaio di quest’anno, il Gip del Tribunale di Lamezia ha applicato gli arresti domiciliari a carico del dipendente della società partecipata e dei due gestori del distributore di carburante, mentre altre cinque persone sono state sottopose all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Secondo gli inquirenti, gli ammanchi di gasolio avrebbero procurato un danno all’azienda pubblica di poco più di 30mila euro.

L’attività illecita era stata già interrotta dalla Guardia di Finanza nel gennaio del 2022, con l’arresto del dipendente, sorpreso in flagranza di reato quando, dopo aver prelevato 150 litri di gasolio, lo aveva portato in un garage due benzinai.

Durante la perquisizione eseguita nella sua abitazione, vennero travati inoltre altri 100 litri di gasolio che erano contenuti in quattro taniche identiche alle precedenti, anche questi ritenute provenienti dai serbatoi della società per la quale l’indagato lavorava.

Il procedimento penale scaturito dall’arresto dell’uomo si è poi concluso con una condanna a suo carico ad un anno e quattro mesi di reclusione, dopo una richiesta di patteggiamento da parte dell’imputato, che è stato licenziato dalla società.

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