Riprendiamo dal web questo post di Ornella Monteleone:

Nel primissimo pomeriggio di oggi – verso le ore.14.30 – una comunissima e moderna imbarcazione a vela si avvicinava misteriosamente alle coste locresi.
Comune poiché gli scafisti si sa, possiedono un ottimo spirito camaleontico e conservano l’astuzia di utilizzare per gli sbarchi le medesime imbarcazioni che sono solite essere avvistate nei luoghi prescelti.
In modo da passare inosservati.
Ed eccoli.
110 uomini, donne e bambini (anche piccoli).
Sono vestiti leggeri per aver affrontato giorni di navigazione in mare aperto.
In molti tentano la fuga.
Sembrano scene già viste in tv.
Però non è proprio la stessa cosa.
Perché ora li guardi negli occhi e vedi lo smarrimento, la paura.
Vedi quei bimbi piccolini e ti balena in mente quel minuscolo neonato di soli 6 mesi morto un mese fa in braccio ai Medici di Emergency per annegamento, perché il suo gommone era affondato.
Lo sguardo si volte verso il mare, immenso, un po’ cupo, certamente implacabile. E vedi l’imbarcazione a vela riversa su un fianco, è lunga circa 10-15 metri.
Dalle coste turche fino alla Calabria il viaggio dura più o meno 5 giorni.
Pensi che a fare una traversata cosí in tanti, su una piccola barca a vela in mare aperto per 5 giorni, si gioca con la morte.

È stato un anno cruciale in Calabria per le migrazioni proventi da questa rotta – la rotta turca la chiamano – questo perché il Presidente turco Erdogan ha aperto le frontiere della sua Nazione proprio per favorire queste fughe verso l’Europa.
Come strumento di ripetuto pressing e ricatto morale.
Il motivo è tutto politico, in quanto la Turchia apre le frontiere turche ogni volta che vengono uccisi dei soldati turchi nei diversi conflitti, specialmente in quelli con la Siria.
L’obiettivo è quello di costringere l’Europa a dare ancora più aiuti (soprattutto in termini economici) al regime turco per vincere i conflitti.
Per migliaia di persone – che vivono la guerra e le oppressioni politiche – quando le porte della Turchia si aprono, appare il miraggio europeo! Parte il flusso migratorio di siriani, iracheni, iraniani…i quali fuggono dalla miseria, dalla disuguaglianza, dai conflitti. A volte sono interi nuclei familiari di medio ceto sociale accusati di essere complici di regimi ribelli e che non trovano più lavoro nei loro paesi. Altre volte il terrorismo impera.
Ed eccoli qui dicevamo.
A Locri.
Una Città che oggi ha mostrato la propria grandezza e l’immensita inenarrabile del suo cuore.
La dignità di una Comunità di nobile stirpe che – pur afflitta da importanti piaghe sociali ed in un momento di crisi emergenziale senza precedenti – si mobilita per costruire un messaggio di speranza e speranza.
Oggi a Locri, Uomini accoglievano altri Uomini in difficoltà.
Non c’era spazio per altro.
Fino a sera inoltrata potevano infatti scorgersi lungo la via che porta al Palazzetto decine di persone – e specialmente Donne – che con buste ricolme di indumenti, vestiti ed aiuti di ogni genere, si precipitavano a prestare solidarietà.
Oggi Locri ha visto un grande Sindaco agire in prima linea, col cuore in mano – insieme agli Amministratori, alle Forze dell’Ordine ed a quelle Sanitarie – per organizzare i soccorsi ed assicurare accoglienza e cure di prim’ordine.
La più grande ricchezza di una Comunità risiede nella Solidarietà.

Oggi – 20 Dicembre 2020 – non ho visto uno sbarco di uomini, donne e bambini nell’INDIFFERENZA generale.
Ed è questo che ha fatto la DIFFERENZA.