di Aristide Bava

SIDERNO – Quale sarà il futuro della Locride dopo le recenti elezioni regionali? L’interrogativo è d’obbligo visto che sono in molti a sperare che con la nuova composizione del Consiglio regionale e, soprattutto, dopo la nomina del nuovo esecutivo che ci offre due assessori di “peso” quali Giovanni Calabrese (Delega per Sviluppo economico, Lavoro e politiche attive del lavoro, Turismo, fiere nazionali ed internazionali) ed Eulalia Micheli (Delega per Istruzione, Sport e Politiche per i giovani) si possa cominciare a pensare seriamente ad un cambio di passo per la soluzione dei molteplici problemi del territorio.

Entrambi gli assessori sono, infatti di Locri e, quindi conoscono benissimo le problematiche del territorio e, in più ci sono anche i consiglieri Giacomo Crinò e Salvatore Cirillo anch’essi espressione del territorio; tutti esponenti politici, insomma che “vivono” la Locride e che, quindi, sono ben consapevoli delle sue necessità. E’ notorio che la situazione esistente sul territorio è tutt’altro che positiva e, proprio per questo, la corposa rappresentanza politica potrebbe contribuire a risolvere molti dei tanti problemi del territorio, ormai abbastanza noti. Pochi collegamenti, sistema sanitario in ginocchio, lunga attesa per una 106 che anzichè essere arteria di vita continua ad essere arteria di morte , turismo legato a problemi atavici che malgrado gli enormi sforzi che stanno facendo gli operatori turistici non riesce a decollare per come dovrebbe, mancanza di infrastrutture e difficoltà di completamento anche per molte opere attivate. Tutte cose che pesano negativamente sul territorio. Si riuscirà, adesso, a fare qualcosa di concreto per rilanciare seriamente la Locride? C’è chi pensa di si e forse è giusto che sia così. Perdere del tutto la speranza significa non credere più neppure alle grandi potenzialità che esistono sul territorio. E non può essere così. Queste potenzialità ci sono realmente e possono garantire un adeguato sviluppo ( complessivo) del territorio, soprattutto se si guarda a una visione d’insieme e si inseguono obiettivi capaci di promuovere a tutto campo il comprensorio. Cosa che sino a questo momento è stata bloccata dagli spiacevoli “campanilismi” anche se molti si sforzano di dire che questa è ormai una fase superata e che, quindi, adesso si può ragionare in maniera diversa e costruttiva, soprattutto per stimolare l’incremento del settore turistico forte di grandi potenzialità riconosciute da tutti ma mai sfruttate a dovere.. Resta la necessità, però, che oggi, perchè si possa sperare veramente nell’auspicato cambio di passo si faccia uno sforzo complessivo. E non guasterebbe se anche le amministrazioni locali e gli stessi rappresentanti della Città Metropolitana si adeguassero a questa necessità, magari accantonando le “diversificazioni” politiche e badando a costruire e non a distruggere. Ormai l’esperienza degli ultimi anni ci ha insegnato che qui non bastano il solo mare, il solo sole, i soli monti e i soli borghi antichi per rilanciare il territorio, anche se quelle elencate sono cose che la Locride ha e delle quali ci si può vantare. Ma bisogna ripartire proprio da quello che si ha per programmare ipotesi progettuali capaci di dare soluzione ai problemi e arricchire le potenzialità del territorio ricordando anche i tesori archeologici e l’enogastronomia , eccellenze indiscusse del territorio che sono la principale spinta per attrarre turisti e visitatori. Ma tutto passa dalla volontà degli uomini e dalla capacità di iniziare a dare soluzione ai tanti problemi esistenti; in questa direzione la volontà, e la capacità dei politici regionali della Locride sarà molto importante.

Nella foto – Un aspetto del territorio della Locride