R. e P.

Un termine tipicamente siciliano, quello di mascariare , usato non solo dalla mafia , ma in genere nell’effetto anche da altre forze negative malavitose organizzate. L’arte di mascariare , se di “arte” può parlarsi , visto che l’effetto derivante è  il camuffare, delegittimare e infangare uomini dell’istituzioni o anche persone comuni che quotidianamente cercano di combattere con la normalità , la malavita , il malaffare e chi “mascarija” cerca di confondere l’evidenza, oscurando , denigrando persone e distorcendo la verità , portando il bianco ad essere nero o grigio e il trasparente ad essere torbido. In Italia e non solo nel sud oramai, va di moda o fa tendenza. infangare riferimenti positivi delle istituzioni e della società, forze che tendenzialmente dovrebbero portare positività, invece “mascarijano” contro i vicini che sul campo ogni giorno combattono le illegalità, combattono gli sprechi pubblici e gli sperperi di denaro dei contribuenti e da sempre sono uomini di cristallina legalità.

L’azione di mascariare  sovverte ogni punto positivo di riferimento , ogni perla perderà lucentezza e tingerà di carbone di fronte all’opinione  pubblica l’immagine di queste figure istituzionali modello e quella di cittadini i modello che si attivano esclusivamente per  il bene comune, alimentando di fatto odio , gogna mediatica diffamante e arricchendo quel sub strato sociale illegale che contamina continuamente e capillarmente la società in cui viviamo. Chi opera nella direzione di mascariare , ha solo un obiettivo , colpire chi e’ nemico dell’illegalità , colpire quelle persone che cercano di salvare il bene comune e cercano di non foraggiare più forze nocive  del nostro paese ed in tempi di Covid , OGNI CITTADINO NON SOLO HA IL DOVERE DI MASCHERARSI PER NON CONTAGGIARE CON IL VIRUS il prossimo, ma se e’ vero patriota e vero italiano deve lottare contro il virus più dannoso e nocivo per il nostro futuro, deve cercare di smascherare i mascarianti nocivi alla normalità, alla legalità , alla trasparenza e al viver civile nella nostra società.

Gianpiero Taverniti