Un napoletano viaggia in treno e parla con un signore che viaggia nello stesso compartimento.
Dice: -Gli inglesi o sono gay o giocano a freccette.-
Quello replica: -Io sono inglese.-
E il napoletano: -Ottimo, e qual è il suo punteggio più alto?-
Per dire che c’è gente che ha la vocazione del gaffeur.
Qualcuno riesce anche a rimediare a patto di essere pronti di spirito ma, si sa, i napoletani sono inarrivabili.

Altri, come i giornalisti del quotidiano Republica, troppo seriosi, troppo schierati e troppo poco (ahiloro!) sgamati che ieri hanno sparato in prima pagina una foto della Meloni al mare con un drink in mano sotto un titolo che informava i lettori che si stava rilassando in Puglia di ritorno con l’aereo di Stato da Bruxelles, questa elasticità non ce l’hanno e vanno a sbattere.

L’intento nascosto non poteva essere più chiaro: la Meloni non solo se la spassa al mare invece di occuparsi dei problemi degli italiani che sguazzano nella m . . . a ma, udite udite, usa l’aereo di Stato pagato da noi per fare i suoi porci comodi.
Che, se fosse veramente così, sarebbe da mandare al rogo.
Qualcosa del genere è stata detta a proposito di pesci fatti recapitare illo tempore da Berlusconi tramite lo stesso mezzo ma non se ne seppe mai di più. Non io, almeno.
E, invece, vero non è!
Perché nel più accanito esercizio di un’informazione astiosa, bacata, e piegata agli interessi di un azionista di maggioranza che si vanta di avere la tessera numero uno del PD, la foto pubblicata è del 2020 e nemmeno la località citata è quella giusta.

E qui dovrei partire con il commento sui Travaglio, sulle Gruber, sui Formigli, sui Floris per dire come non ci sia in Italia un giornalismo che metta la deontologia al primo posto e che, dunque, sia al servizio soltanto della verità.
Questa volta, invece, niente pistolotto.
Perché qualunque cosa io possa dire non aumenterebbe di un’inezia lo sputtanamento al quale si sono esposti da soli.
Se hanno fatto l’inguacchio volutamente, sono dei falsari, se, invece, non hanno verificato la fonte, sono dei principianti.
Tertium non datur.

Sergio Salomone