LA BOHEME Di Giacomo Puccini – Trama dell’opera a cura del Professore Vincenzo Bruzzaniti
Nel 1851 lo scrittore Henri Murger (1822-1861)pubblica in volume Scenes de la vie de bohème ( scene della vita di bohème), romanzo composto in larga parte da racconti usciti , tra il 1845 e il 1849, sulla rivista parigina ” Le Corsaire Satan”. L’autore , che si era dedicato senza grandi risultati a forme d’arte come pittura, teatro, poesia e narrativa, nella prefazione del romanzo si sofferma sul significato della “bohème”: non una vita disagiata e randagia , ma il primo difficile stadio attraverso cui artisti, poveri, e anticonformisti , devono passare prima di affermarsi ; egli la definisce : ” vita di coraggio e di pazienza……vita suggestiva e terribile”.
Il primo musicista a trovare ispirazione nell’opera di Murger fu Ruggero Leoncavallo (1858-1919) , ma Giacomo Puccini (1858-1824) , che comprese quanto il soggetto fosse efficace ( in un momento in cui le forme d’arte guardavano al Verismo) , riuscì ad anticiparlo andando in scena il 1 febbraio al teatro Regio di Torino. La polemica scoppiata sulla primogenitura del soggetto divenne un caso pubblico di concorrenza artistica non solo tra i due compositori , ma anche tra le case editrici milanesi Sonzogno e Ricordi con dichiarazioni apparse su il Secolo e sul Corriere della Sera :” Egli musichi – io musicherò . Il pubblico giudicherà scrisse Puccini , sicuro del successo . Il compositore lucchese ebbe una giusta intuizione , tanto da provocare in Leoncavallo , dopo un anno di rappresentazioni , una reazione sconsolata : ” la vera Bohème è la mia ma soltanto quella falsa , di Puccini ha successo. Con la bohème Puccini conquista il favore del pubblico mostrando un senso teatrale unico , che armonizza musica, dramma, orchestra, trama , canto e aspetti psicologici dei personaggi in modo efficace e conciso : il soggetto, infatti , non si presentava facile da trasporre in una visione operistica in quanto nel romanzo la narrazione era divisa in capitoli. Luigi Illica fu il principale artefice dell’impostazione del soggetto, secondo la definizione di Giuseppe Giocosa che collaborò al perfezionamento del libretto ; Illica organizzò l’azione in quattro quadri : In soffitta , al quartiere Latino , La Barrier d’Enfer e il quarto quadro dando circolarità all’opera si individua di nuovo in soffitta . I personaggi sono giovani che nella vita di ogni giorno si misurano in grandi sentimenti .
Il racconto ha inizio nella soffitta in cui il poeta Rodolfo e il pittore Marcello si lamentano per il freddo a Parigi sotto la neve . Dopo un incalzante dialogo con il padrone di casa al fine di non pagare l’affitto, Marcello , il musicista Schanard e il filosofo Collina si dirigono al quartiere Latino mentre Rodolfo si ferma a finire un articolo . Questo è il momento in cui Puccini può descrivere i palpiti d’amore tra Rodolfo e Mimi che diventa il simbolo della sua semplicità e del suo candore . Poi al quartiere Latino con Musetta che incanta pittore Marcello tra bande di fanfare e palcoscenici affollati. L’allegria dei primi due quadri svanisce negli ultimi due . In un’alba invernale alla Barriere D’Enfer , Puccini mostra la la diversità fra le due coppie : da un lato la capricciosa Musetta che scambia battute colorite con Marcello , dall’altra il triste amore tra Rodolfo e Mimì , che sa di essere gravemente malata . L’opera si chiude poi nella soffitta dove la povera Mimì muore.
Professore Vincenzo Bruzzaniti