È un autentico gioiello, che sorge a pochi passi dalle acque dello Jonio reggino. Apprezzata in tutto il suo valore soltanto di recente, la villa romana di Casignana è uno dei più grandi complessi di mosaici pavimentali del sud Italia, probabilmente secondo soltanto a quello di Piazza Armerina. Sono proprio i mosaici di squisita fattura a caratterizzarla e ad attrarre di più l’attenzione, anche se in realtà c’è un intero complesso di edifici ben conservati (ma non ancora del tutto portati alla luce) a fare di questo sito un potenziale parco archeologico di altissimo valore internazionale. La strada Statale 106 lo taglia scandalosamente in due parti, impedendo che si possa apprezzare al meglio tutta la sua complessità. E se la zona a monte della strada si è conservata meglio, la parte più vicina al mare è stata invece danneggiata da fenomeni di erosione accentuati dalla salinità.
Il sito fu scoperto negli anni 60′, grazie ai lavori per la realizzazione di un acquedotto. Le indagini successive, e lo scavo sistematico dell’area, portarono alla luce due complessi termali benissimo conservati, alcuni ambienti di servizio e un’area residenziale. A colpire gli studiosi furono fin da subito i pavimenti mosaicati di altissima qualità tecnica ed estetica, le pareti rivestite in marmo e i resti di volte ricoperti da pasta vitrea azzurra.
La ricchezza dei resti portati alla luce fece subito intuire che si trattasse di un ritrovamento di eccezionale valore, un’area residenziale e di sosta realizzata lungo la strada che da Reggio portava a Locri. Occorsero molti anni, però, perché questa meraviglia venisse valorizzata debitamente; ed ancora c’è molta strada da fare perché uno dei siti archeologici più interessanti del Sud Italia venga regalato all’umanità in tutto il suo splendore e per come effettivamente merita.
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