Anche il primo sabato del mese di aprile, presso il santuario diocesano di Nostra Signora dello Scoglio, in Santa Domenica di Placanica (RC), i fedeli convenuti hanno potuto vivere un pomeriggio di intensa preghiera che, come sempre, ha registrato la presenza del Vescovo della diocesi di Locri – Gerace, monsignor Francesco Oliva (nella foto di copertina), che ha presieduto una solenne concelebrazione eucaristica.

Nel corso del pomeriggio, il coordinatore generale del santuario, il dottore Giuseppe Cavallo, ha annunciato lo svolgimento di solenni funzioni e celebrazioni, il 10 e 11 maggio, in occasione dell’anniversario, il 56°, della prima apparizione della Vergine Santissima, Nostra Signora dello Scoglio. Fratel Cosimo ha elevato al Signore una preghiera di intercessione, per la guarigione dei malati e dei sofferenti ma, prima delle Santa Messa, ha invitato tutti a recitare un’Ave Maria alla Madonna e ha tenuto una evangelizzazione, che riportiamo qui di seguito: “Cari fratelli e sorelle, rivolgo a voi tutti un caro saluto di pace, di gioia e di ogni bene nel nome Santo del Signore. La vostra continua presenza in questo Santo Luogo, toccato dalla grazia di Dio attraverso la presenza della Vergine Maria, vuole dire che i vostri cuori sono continuamente attratti dall’amore materno della Vergine Santissima, Madre di Dio e Madre nostra. Uniti in comunione di fede e di amore vogliamo ora renderci docili nell’accogliere il messaggio della Parola del Signore secondo l’Evangelista Giovanni al c. 20 dal v. 24 al v. 29: “Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Didimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: Abbiamo visto il Signore! Ma egli disse loro: se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo. Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: Pace a voi! Poi disse a Tommaso: metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente! Gli rispose Tommaso: Mio Signore e mio Dio! Gesù gli disse: Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!”. Fratelli e sorelle, Tommaso detto anche Didimo come ci dice Giovanni nel suo Vangelo, possiamo dire che pretendeva di vedere con i propri occhi i segni della passione di Cristo per poter credere. Tommaso fa capire in modo chiaro di non voler facilmente credere attraverso la testimonianza degli altri discepoli, ma vuole vedere con i propri occhi e toccare con mano. E a proposito del pensiero dubbioso di Tommaso disse infatti Gesù al funzionario del re nel c. 4 v. 48 dello stesso Vangelo di Giovanni: “Se non vedete segni e prodigi, voi non credete”. Nonostante l’apostolo Tommaso rimanga incredulo, Gesù non lo respinge, anzi possiamo dire che lo accontenta alla lettera, e rivolgendosi a lui gli dice: “metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo ma credente!”. L’invito da parte di Gesù rivolto a Tommaso, a passare dalla incredulità alla fede, è rivolto oggi se vogliamo, a tutti coloro che sono un po’ increduli come Tommaso; mentre coloro che credono senza aver visto, e senza l’esperienza diretta ma attraverso la testimonianza di altri, come nel caso dei discepoli, vengono dichiarati da Gesù “beati”. Infatti Egli disse: “Beati sono coloro che pur non avendo visto crederanno”. Ed ecco che l’apostolo Tommaso, dopo aver visto e costatato con i propri occhi e toccato con la sua mano i segni nelle mani e nel costato di Gesù, pronuncia la sua confessione di fede nel Signore veramente risuscitato, ed esclama convinto e pieno di commozione: “Mio Signore e mio Dio!”. Fratelli e sorelle, alla luce di quanto apprendiamo dal Vangelo, e ritenendoci davvero cristiani di fede, dobbiamo camminare e agire per fede, perché dice la Parola di Dio nella Seconda Lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi c. 5 v. 7: “Il cristiano deve vivere e camminare per fede, e non per visione”. Quindi, miei cari, nel nostro pellegrinaggio terreno dobbiamo camminare per fede senza vedere e non per visione, cioè dopo aver visto. Dobbiamo vivere sempre alla luce del Vangelo e rimanere fermi e costanti nella fede, e se crediamo, nel vero senso della parola, nella risurrezione del Signore, dobbiamo vivere, oserei dire già da risorti, e allo stesso tempo essere anche testimoni della risurrezione di Gesù Cristo. Il tempo in cui stiamo vivendo è un tempo particolare, di opportunità, perché è l’anno della Preghiera indetto dal Papa, e perciò ci offre la possibilità di riscoprire l’abbraccio amoroso di Dio nostro Padre, proprio nel Sacramento del perdono. Quindi, facciamo appello al Cuore di Dio che è Padre di misericordia, e cerchiamo da ora in avanti di guardare con occhi sinceri e benevoli il fratello o la sorella che incontriamo nel cammino della nostra vita. La Vergine Santissima, Nostra Signora dello Scoglio, Madre di Misericordia, con suo Figlio Gesù Misericordioso, di cui domani si celebra la Festa della Divina Misericordia, vogliano aiutarci ad essere veri seguaci di Gesù Cristo, per testimoniare ai fratelli e alle sorelle del nostro prossimo, Cristo risorto e vivente tutt’ora, e insieme a Tommaso ravveduto ripetere anche noi, da servitori indegni, con coraggio e fede: Signore mio e Dio mio! Dite Amen

Ad animare la divina liturgia è stato il coro di Stilo (il più antico della diocesi), della parrocchia di San Giorgio martire e San Biagio Vescovo, diretto dal Maestro Luigi Stillitano

. Dio vi benedica e sia lodato Gesù Cristo.”

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