Ogni giorno si metteva alla guida della sua auto e con una certa dimestichezza andava a Cosenza dove era titolare di un’agenzia di finanziamento e prestiti a privati. Finito il lavoro nell’attività, ritornava poi a Rossano dove svolgeva normalmente tutti i “servizi necessari per il buon andamento familiare.

Apparentemente la quotidianità per una donna, madre di famiglia, e lavoratrice se non fosse per un particolare tutt’altro che insignificante: secondo l’Inps era invalida al 100% e per questo percepiva una indennità di accompagnamento, in quanto incapace di compiere gli atti quotidiani della vita” ma che svolgeva, invece, in maniera disinvolta e completamente autonoma.

A questo si aggiunga il fatto che la stessa prendesse da una scuola di Canosa di Puglia (nel barese), anche uno stipendio da insegnante (di fatto un impiego pubblico) e dal settembre del 2008, incarico però ma mai effettivamente svolto grazie alle prescrizioni mediche che ne attestavano, appunto, l’invalidità.

Protagonista della vicenda una 47enne, F.C., residente a Rossano. A scoprire il tutto sono stati i finanzieri della compagnia locale che al termine di indagini, accogliendo le richieste della Procura di Castrovillari, hanno eseguito un provvedimento del Gip Luca Colitta che prevede a suo carico il sequestro, ai fini della confisca, di somme di denaro (per un totale di circa 181 mila euro) e, in caso di incapienza, di beni immobili, ritenuti profitto della truffa aggravata ai danni dell’Istituto nazionale di previdenza sociale, reato per il quale è prevista anche la reclusione da uno a cinque anni.

Il caso della 47enne, nello scorso mese di novembre, era stato individuato e segnalato dalla fiamme gialle alla Procura della Repubblica. Come dicevamo, secondo l’Asl di Rossano risultava invalida al 100% ed i militari avevano voluto approfondire degli elementi acquisiti nei suoi confronti con numerosi appostamenti e pedinamenti, documentando il tutto con riprese video e foto.

In pratica, nonostante quanto fosse riportato negli esami medici in possesso dell’Inps, la donna svolgeva le attività ordinarie, anche quelle familiari, curandosi dei figli, in assoluta autonomia, senza alcuna difficoltà di deambulazione o guidando l’auto senza alcuno strumento di ausilio.

A seguito dell’informativa redatta dalla polizia giudiziaria, sono state poi disposte altre attività investigative da parte del Pubblico Ministero Angela Continisio.

In particolare sono stati sentiti i medici che avevano effettuato le visite di revisione nel corso del tempo i quali, dopo aver visionato le riprese e le foto scattate dai militari, hanno rilevato una condizione medica nettamente migliore rispetto a quella riscontrata nel corso delle visite periodiche.

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