Aristide Bava
SIDERNO – E’ stato molto partecipato l’incontro organizzato dal movimento ” Noi per Siderno” per mettere a fuoco le problematiche legate all’ impianto di rifiuti di Contrada San Leo. L’incontro, moderato da Maria Teresa Criniti è stato aperto da Antonio Cutugno che ha voluto ricordare che la problematica dei rifiuti non può essere legata ad alcun partito “ma deve essere un problema dell’intera città perchè il rispetto per la salute e per l’ambiente non ha colore politico” Poi è stato l’ambientalista Francesco Martino del Comitato a difesa della salute che ha sviluppato una relazione soffermandosi sui rischi per la salute dei cittadini e del territorio e che interessa direttamente l’ambiente e le strutture turistiche esistenti, “a causa dei rischi associati al vecchio e al nuovo impianto” ricordando l’incendio che si è verificato il 26 settembre scorso e che ha distrutto una parte del vecchio impianto. Si è soffermato anche sull’aumento di emissioni “che verrebbero più che raddoppiate con le nuove linee di lavorazione, passando da 1 punto di emissione attuali a 4 linee di emissione e quindi da un massimo di 300 Unità odorigine a 690 complessivo”.
E’ intervenuto successivamente l’avvocato Pietro Origlia che si è soffermato sugli aspetti normativi del piano regolatore del Comune, e, successivamente, l’avvocato Angelo Macrì che ha messo in discussione i criteri di localizzazione dell’impianto, “che per la sua peculiarità necessitava di studi di settore per valutare la compatibilità con una zona agricola e con la presenza di abitazioni nelle vicinanze”.. Si è espresso per una soluzione di piattaforme impiantistiche intercomunali di prossimità sulla base dei principi dettati dal codice dell’ambiente e dalle direttive comunitarie n. 850 e 851/2018 (prevenzione, prossimità, riparazione, recupero, riciclo), per il coinvolgimento diretto dei comuni con la costruzione di impianti di compostaggio intercomunali, correttamente distribuiti, e la raccolta differenziata per tutti i comuni che permette un sistema di vita sostenibile e tutela dalle emissioni velenose provocate dalla costruzione dei megaimpianti. Altro interessante intervento è stato quello di Alessandro Siciliano, ( Comunisti Sidernesi) che si è soffermato sui parchi ecologici della regione e sulla potenzialità della diga sul Lordo, come volano per l’economia. Quindi Giuseppe Caruso dell’associazione “Volo”, per il quale “è necessario un impianto nella zona, ma non a Siderno, per le caratteristiche particolari dell’area”. Poi gli interventi di Ettore Lacopo, per Tesoro Calabria e Domenico Bova per Europa Verde. Quindi la parola è stata data a Giovanni Calabrese, sindaco di Locri, che ha insistito sul fatto che l’impianto riguarda sia Siderno, che Locri, “che in questi anni ha dovuto subire le sostanze tossiche che fuoriescono e anche i danni per l’agricoltura del territorio”. Ha ribadito la sua netta contrarietà all’impianto. affermando che deve essere chiuso in quanto incompatibile con il possibile sviluppo del territorio. Poi il leader di Tesoro Calabria Carlo Tansi che ha espresso la sua contrarietà all’impianto soffermandosi sugli aspetti geologici della zona.. E’ intervenuto, poi, anche Giuseppe Campana ( Europa Verde) , che in questi anni ha lottato contro la discarica di Bucita nella Sibaritide, dicendosi pronto a lottare insieme ai cittadini di Siderno.
nella foto Martino, Criniti, Cutugno, Tansi, Calabrese, Campana