In Calabria la variante Delta è stimata al 30% fra i casi positivi. E’ quanto emerge dall’indagine effettuate dall’Istituto Superiore di Sanità. Il rapporto si basa su un campione complessivo di 37 tamponi positivi (a metà giugno), di cui 30 oggetto di sequenziamento. Resta prevalente la variante Alpha (ex inglese) al 50%. La Gamma (ex brasiliana) e l’Eta (ex nigeriana) sono entrambe al 10%.
Questi i dati complessivi. In Italia al 22 giugno scorso la prevalenza della cosiddetta ‘variante Alfa’ (B.1.1.7) di SARS-CoV-2 era del 57,8%, in calo rispetto all’88,1% del 18 maggio, con valori oscillanti tra le singole regioni tra il 16,7% e il 100%. Alla stessa data, la variante cosiddetta ‘Gamma’ (P.1) aveva una prevalenza pari a 11,8% (con un range tra 0 e 37,5%, mentre nella precedente survey era al 7,3%). La cosiddetta ‘variante Delta’ (B.1.167.2) aveva una prevalenza pari al 22,7%ed è stata identificata in 16 Regioni/PA, con un range tra lo 0 e il 70,6%. La stima viene dalla nuova indagine rapida condotta dall’Iss e dal Ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler. L’indagine integra le attività di monitoraggio di routine, e non contiene quindi tutti i casi di varianti rilevate ma solo quelle relative alla giornata presa in considerazione. La cosiddetta ‘variante Kappa’, ad esempio, uno dei sottotipi di B.1.617 (B.1.617.1), non è stata trovata nella flash survey, ma diversi casi sono stati segnalati sulla piattaforma integrata che invece raccoglie le analisi giorno per giorno.
“La crescita della prevalenza della variante Delta è un dato atteso, che deve essere monitorato con grande attenzione – afferma il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro – È fondamentale continuare il tracciamento sistematico dei casi per individuare i focolai, che in questo momento è reso possibile dalla bassa incidenza, e completare il più velocemente possibile il ciclo vaccinale, dal momento che, come confermato anche ieri dall’Ema, questo garantisce la migliore protezione”.
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