Si è tenuto presso la Biblioteca comunale di Palazzo Nieddu del Rio a Locri l’incontro pubblico dal titolo “Priorità Incompiute e Dimenticate”, un momento di confronto e denuncia dedicato alla situazione delle opere incompiute, delle promesse istituzionali mancate e delle priorità trascurate che affliggono da decenni il territorio della Locride.

Al centro del dibattito, il caso emblematico del collegamento viario Crinò–Ardore, previsto all’interno del Megalotto 2 della Strada Statale 106 Ionica ma mai realizzato, nonostante la presenza di un progetto definitivo, l’avvio di espropri e opere preliminari, e uno stanziamento iniziale stimato in 250 milioni di euro.

Un’infrastruttura strategica, a carreggiate separate con due corsie per senso di marcia, che avrebbe dovuto migliorare i collegamenti tra Locri, Portigliola, Sant’Ilario e Ardore, alleggerendo il traffico e stimolando lo sviluppo dell’area ionica. Tuttavia, l’opera è stata sospesa e poi dimenticata, lasciando sul campo solo spese senza risultati tangibili.

«L’obiettivo di questo incontro – è stato ribadito dai promotori – è affermare un principio semplice: ciò che è progettato, finanziato e avviato va completato. Non possiamo accettare che un territorio venga abbandonato dopo promesse formali mai mantenute».

L’iniziativa si inserisce in un contesto più ampio: da tempo i sindaci della Locride hanno richiesto un incontro con il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, per riportare l’attenzione nazionale su un’infrastruttura che rappresenta un potenziale volano di sviluppo economico, sociale e turistico, non solo per la Locride, ma per tutta la Calabria ionica.

Dopo i fondi ricevuti nel 2014, non è più arrivato alcun finanziamento significativo. L’incompiuta di Marina di Gioiosa–Locri resta uno dei simboli della trascuratezza verso il Sud e le aree interne, già duramente provate da spopolamento, isolamento e fragilità infrastrutturale.

«Parliamo di una tratta già finanziata, espropriata, progettata. Il fatto che i lavori non siano mai partiti è sintomo di una grave sottovalutazione del territorio e delle sue esigenze vitali. La SS106 è spesso chiamata la “strada della morte”, ma è anche quella della speranza per una mobilità sicura e moderna».

I relatori hanno sottolineato anche l’importanza di ripensare il sistema viario nella sua interezza, non solo a tratti o con soluzioni parziali. Il collegamento tra costa ionica e tirrenica, ad esempio, è ancora gravemente compromesso, come dimostrano i lavori ancora in corso sulla galleria della Limina, fonte di disagi e isolamento.

«Serve una visione d’insieme, un progetto infrastrutturale organico per l’intero territorio ionico. L’incontro di oggi è solo un primo passo per costruire consapevolezza e pressione politica».

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