OSPEDALE DI LOCRI, ASCENSORI GUASTI.
NESSUNA COSCIENZA MA MOLTE RESPONSABILITÀ.

Il valore della vita umana, qualche volta, viene deciso dagli altri.
Questi “Altri”, nel momento in cui hanno accettato i ruoli e le mansioni tecniche e direttive affidate, certamente hanno compreso l’alto valore della responsabilità professionale ed etica che andavano assumendosi.
Ma resta il fatto che, a Locri, di sanità ed incompetenza, si muore.

La Direzione Sanitaria di un Ospedale DOVREBBE rappresentare il cervello della direzione strategica aziendale, coadiuvare il Direttore Generale, verificare gli obiettivi raggiunti.
La Direzione Sanitaria DOVREBBE vigilare sulle inefficienze, controllare e verificare i servizi sanitari, esprimere pareri, emettere provvedimenti disciplinari, punire ed eliminare inerzie e negligenze.

C’è poi il braccio destro della Direzione sanitaria, l’Ufficio Tecnico ovvero la parte operativa. Uno Staff dotato di competenze pratiche, che DOVREBBE attuare in concreto gli interventi individuati dai Direttori, occuparsi della MANUTENZIONE, ordinaria e straordinaria, dell’adeguamento delle strutture e delle condizioni di sicurezza alla normativa vigente.

C’è il cuore pulsante della Sanità pubblica, la Politica Regionale.
Quella Politica che DOVREBBE tutelare i Cittadini con linee guida certe ed efficaci, organizzando ed ottimizzando i servizi sanitari e sociali, predisponendo le Commissioni e le piattaforme della Sanità, stilando il Piano Sanitario Regionale, nominando Direttori Generali adeguati al ruolo.
Non si dimentichi, poi, la tardiva rimozione – da parte del Presidente Oliverio – del dg Asp Brancati, il quale – seppur gravemente inadempiente – ha continuato (impunemente e per molto tempo) a privare di ossigeno l’intero quadro sanitario regionale, lasciando letteralmente boccheggiare le aziende sanitarie tra emergenze e carenza di personale.
Una politica che AVREBBE DOVUTO usare la mente, poichè è suo compito tenere conto delle risorse finanziarie, ma anche il cuore, non potendo rimanere cieca e sorda davanti al grido di dolore della propria Terra. Una Politica che non DOVEVA ignorare le esigenze del suo territorio.
Non doveva, ma l’ha fatto!

Infine, nelle situazioni emergenziali, il Ministero della Salute DOVREBBE decidere l’intervento migliore, diretto a modificare lo status quo, evidentemente avariato ed inefficace nell’assicurare i servizi che lo Stato è chiamato a garantire ai Cittadini. L’intervento governativo si realizza, quasi sempre, attraverso la nomina di Commissari e subcommissari ad acta per la sanità.
La Calabria, versa dunque, a parere del Governo centrale, in una perenne situazione di emergenza sanitaria, essendo commissariata da oltre un lustro!
Un commissariamento fallimentare.
Oggi, la nostra Regione, versa nel limbo di un nuovo ulteriore Commissariamento, passando dalla disastrosa supervisione dell’ Ingegnere Scura, a quella – appena cominciata – dell’ ex Generale dei Carabinieri, Saverio Cotticelli, al quale giunga il mio personale augurio di buon lavoro.

Ma, di tutto questo perfetto meccanismo, che cosa si è inceppato nella Sanità Calabrese?
A mio avviso, tutto.
Perché non funziona niente.
Perchè se un paziente che versa in un gravissimo stato di salute, non può essere trasportato al reparto di rianimazione a causa del non funzionamento degli ascensori, la partita della vita e della coscienza morale, è stata persa. Da tutti!
Dá brividi l’evidenza che non si è trattato di un malfunzionamento improvviso e imprevedibile ma del semplice protarsi di una situazione nota e reticente.
Ieri abbiamo corso una gara contro il tempo, ma l’abbiamo corsa senza gambe. Quel povero paziente, era il familiare di ciascuno di noi ed alla Famiglia giunga un inconsolabile ma affettuoso abbraccio personale.
Sappiamo certamente lo sforzo disumano ed il sacrificio che molti Medici ed Operatori socio sanitari compiono ogni giorno, per assicurare – nel miglior modo possibile – l’assistenza ai malati. Sappiamo, invece, con minore certezza se la vita del paziente – in condizioni critiche – sarebbe, in effetti, potuta essere salvata, tuttavia certamente avvertiamo pressante l’inaccettabilità di un ritardo nella prestazione delle cure e delle attività sanitarie, causate dall’impossibilità oggettiva di trasportare il paziente nel Reparto di Anestesia e Rianimazione, perché nessun ascensore funzionava.
L’invio dei Nas, atto a verificare le condizioni della struttura ospedaliera, è un intervento condiviso e doveroso. Ma non deve ridursi nella solita attesa inconcludente di verbali e relazioni, alle quali nessun provvedimento farà seguito.
Altrettanto dovuto è il risveglio delle coscienze da parte di coloro che sono stati chiamati a gestire la sanità.
Non impegnarsi a cambiare le cose e a far funzionare i servizi pubblici essenziali come quelli sanitari, rende gli “addetti ai lavori”, complici colpevoli di un roboante sistema di morte.
Venga aperta una coscienziosa indagine dai familiari o – preferibilmente – dalla Procura della Repubblica, alla quale Amministrazioni, Associazioni e Cittadini si costituiscano parte civile!
Non restare fermi, è un dovere di tutti.

Raffaele Sainato – Vice Sindaco della Città di Locri