Mario Draghi è intervenuto in Senato per illustrare i punti del programma del nuovo governo prima del voto di fiducia a Palazzo Madama previsto per la sera del 17 febbraio. Il discorso del premier è iniziato con il ricordo delle vittime del Covid. “Nostro dovere è combattere con ogni mezzo la pandemia e salvaguardare le vite dei cittadini”. Siamo in “una trincea dove combattiamo tutti insieme, il coronavirus è nemico di tutti. È nel commosso ricordo di chi non c’è più che cresce il nostro impegno”.

Il suo, ha spiegato, “è semplicemente il governo del Paese. Non ha bisogno di alcun aggettivo che lo definisca. Riassume la volontà, la consapevolezza, il senso di responsabilità delle forze politiche che lo sostengono alle quali è stata chiesta una rinuncia per il bene di tutti”.

“Oggi noi abbiamo, come accadde ai governi dell’immediato dopoguerra, la possibilità, o meglio la responsabilità, di avviare una nuova ricostruzione” attraverso “la fiducia reciproca nella fratellanza nazionale e nel perseguimento di un riscatto civico e morale”. Dopo la guerra “collaborarono forze politiche ideologicamente lontane, se non contrapposte. Sono certo che anche a questa nuova ricostruzione nessuno farà mancare, nella distinzione di ruoli e identità, il proprio apporto”.

“Questa è la nostra missione di italiani: consegnare un Paese migliore e più giusto” alle nuove generazioni. “Loro sono i nostri figli, i nostri nipoti, il nostro futuro“.

La promessa di Draghi in Senato ai lavoratori colpiti dalla pandemia

Il presidente del Consiglio ha espresso solidarietà “a tutti coloro che soffrono per la crisi economica che la pandemia ha scatenato e a coloro che lavorano nelle attività più colpite o fermate per motivi sanitari. Conosciamo le loro ragioni, siamo consci del loro enorme sacrificio e li ringraziamo. Ci impegniamo a fare di tutto perché possano tornare, nel più breve tempo possibile, nel riconoscimento dei loro diritti, alla normalità delle loro occupazioni”.

Per questo “ci impegniamo a informare i cittadini con sufficiente anticipo, per quanto compatibile con la rapida evoluzione della pandemia, di ogni cambiamento nelle regole”.

Draghi ringrazia Conte, fischi e urla in Senato dall’opposizione

Mario Draghi ha ringraziato il predecessore Giuseppe Conte, spiegando le difficoltà affrontate dal governo giallorosso nella situazione straordinaria che stiamo vivendo. La frase è stata accolta dagli applausi della scorsa maggioranza e fischi tra i banchi del centrodestra.

Draghi contro i sovranisti: “Sostenere il Governo come sostenere l’Euro”

Il premier ha lanciato una frecciata ai sovranisti in Parlamento. “Sostenere questo governo significa condividere l’irreversibilità della scelta dell’Euro, significa condividere la prospettiva di un’Unione Europea sempre più integrata che approderà a un bilancio pubblico comune, capace di sostenere i Paesi nei periodi di recessione”.

“Gli Stati nazionali rimangono il riferimento dei nostri cittadini, ma nelle aree definite dalla loro debolezza cedono sovranità nazionale per acquistare sovranità condivisa“, ha sottolineato.

“Nell’appartenenza convinta al destino dell’Europa siamo ancora più italiani, ancora più vicini ai nostri territori di origine o residenza. Dobbiamo essere orgogliosi del contributo italiano alla crescita e allo sviluppo dell’Unione europea. Senza l’Italia non c’è l’Europa. Ma fuori dall’Europa c’è meno Italia. Non c’è sovranità nella solitudine. C’è solo l’inganno di ciò che siamo, nell’oblio di ciò che siamo stati e nella negazione di quello che potremmo essere”, ha continuato.

Draghi: “Dobbiamo essere più orgogliosi del nostro Paese”

“Mi sono sempre stupito e un po’ addolorato in questi anni, nel notare come spesso il giudizio degli altri sul nostro Paese sia migliore del nostro. Dobbiamo essere più orgogliosi, più giusti e più generosi nei confronti del nostro Paese. E riconoscere i tanti primati, la profonda ricchezza del nostro capitale sociale, del nostro volontariato, che altri ci invidiano”, ha evidenziato il premier.

Draghi: “Con il coronavirus a rischio tutti i lavoratori”

Il presidente del Consiglio ha fatto il punto sull’emergenza coronavirus, con i numeri di morti e dei ricoveri causa Covid, spiegando che l’aspettativa di vita in Italia ha subito un grosso calo che non si vedeva dai tempi delle guerre mondiali. Inoltre “la diffusione del virus ha comportato gravissime conseguenze anche sul tessuto economico e sociale del nostro Paese. Con rilevanti impatti sull’occupazione, specialmente quella dei giovani e delle donne”.

Si tratta di “un fenomeno destinato ad aggravarsi quando verrà meno il divieto di licenziamento”, ha continuato. “Il numero totale di ore di cassa integrazione per emergenza sanitaria dal 1° aprile al 31 dicembre dello scorso anno supera i 4 milioni. Nel 2020 gli occupati sono scesi di 444 mila unità, ma il calo si è accentrato su contratti a termine, -393 mila, e lavoratori autonomi, -209 mila. La pandemia ha finora colpito soprattutto giovani e donne, una disoccupazione selettiva ma che presto potrebbe iniziare a colpire anche i lavoratori con contratti a tempo indeterminato“.

La mini riforma della scuola di Draghi: cambiano gli istituti tecnici

“La diffusione del Covid ha provocato ferite profonde nelle nostre comunità, non solo sul piano sanitario ed economico, ma anche su quello culturale ed educativo. Le ragazze e i ragazzi hanno avuto, soprattutto quelli nelle scuole secondarie di secondo grado, il servizio scolastico attraverso la didattica a distanza che, pur garantendo la continuità del servizio, non può non creare disagi ed evidenziare diseguaglianze”, ha spiegato Draghi.

“Non solo dobbiamo tornare rapidamente a un orario scolastico normale, anche distribuendolo su diverse fasce orarie, ma dobbiamo fare il possibile, con le modalità più adatte, per recuperare le ore di didattica in presenza perse lo scorso anno, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno in cui la didattica a distanza ha incontrato maggiori difficoltà”, ha continuato il premier.

“Occorre rivedere il disegno del percorso scolastico annuale. Allineare il calendario scolastico alle esigenze derivanti dall’esperienza vissuta dall’inizio della pandemia. Il ritorno a scuola deve avvenire in sicurezza”, ha sottolineato. “È necessario investire nella formazione del personale docente per allineare l’offerta educativa alla domanda delle nuove generazioni”.

“In questa prospettiva particolare attenzione va riservata agli Itis, gli istituti tecnici. In Francia e in Germania, ad esempio, questi istituti sono un pilastro importante del sistema educativo”. Per questo “è stato stimato in circa 3 milioni, nel quinquennio 2019-23, il fabbisogno di diplomati di istituti tecnici nell’area digitale e ambientale. Il Programma nazionale di ripresa e resilienza assegna 1,5 miliardi agli Itis, 20 volte il finanziamento di un anno normale prima della pandemia. Senza innovare l’attuale organizzazione di queste scuole, rischiamo che quelle risorse vengano sprecate”, ha aggiunto.

Mario Draghi ha parlato del coefficiente di Gini, che misura la diseguaglianza nella distribuzione della ricchezza, e di come questo dato sia diventato allarmante in seguito alla pandemia di Covid, nonostante la nuova recessione in Europa sia stata meno disastrosa del previsto.

L’Italia risulterebbe però uno dei Paesi più in difficoltà, e la ripresa, ha spiegato il premier, non sarà possibile prima del 2022.

La prima sfida del governo Draghi sarà quella di reperire nuove dosi del vaccino anti Covid e mobilitare tutte le forze per migliorare il piano di vaccinazione, non limitando le inoculazioni a posti specifici, ma utilizzando tutti gli spazi pubblici e privati che possono essere utilizzati. “La velocità è essenziale”, ha spiegato, anche per “ridurre le possibilità che sorgano nuove varianti del virus”.

Il premier ha parlato di una riforma della sanità pubblica, con una de-ospedalizzazione del sistema, e una centralità della casa come primo luogo di cura anche grazie alla tecnologia.

“La scienza e il buonsenso” suggeriscono che non si tornerà alla normalità dopo la pandemia. Il riscaldamento globale e la poca attenzione all’ambiente, con l’espnasione delle megalopoli, potrebbero aver innescato la diffusione del coronavirus. “Le tragedie naturali sono la risposta della Terra al nostro maltrattamento”, ha dichiarato Mario Draghi citando Papa Francesco.

“Sarà un errore proteggere tutte le attività economiche”. Il difficile compito della politica sarà quello di accompagnare al cambiamento le attività economiche che non propongono modelli di sviluppo sostenibili economicamente e come impatto ambientale.

Al centro dell’azione del nuovo esecutivo ci sarà un piano nazionale che vedrà nuove politiche nel mondo del lavoro.

“Vogliamo lasciare un buon pianeta, non solo una buona moneta”, ha sottolineato il premier, parlando non solo del green deal, ma anche di parità di genere. Il premier ha rifiutato l’idea di un “farisaico” utilizzo delle quote rosa, ma del superamento della scelta tra carriera e famiglia che molte donne si trovano ancora a compiere.

Mario Draghi ha parlato in particolare dell’occupazione femminile nel Mezzogiorno e dell’importanza di superare le diseguaglianze di genere già dall’ambiente universitario e formativo, per garantire a ogni donna l’accesso all’istruzione.

Il premier ha parlato del completamento del piano di resilienza per ottenere i soldi del Recovery fund del Next generation Eu in base ai principi dell’eliminazione delle diseguaglianze, dell’innovazione tecnologica, dell’ambientalismo e della formazione. Il Recovery plan italiano dovrà stabilire le tappe e gli obiettivi del cambiamento previsti per il 2026, e poi per il 2030 e il 2050.

Il premier ha sottolineato che il Parlamento verrà costantemente informato sulle decisioni prese dal Governo per affrontare l’emergenza sanitaria e per le riforme.

Tra queste una riforma complessiva del fisco e non modifiche delle singole tasse. Il sistema tributario, ha sottolineato, dovrà essere cambiato da esperti del settore. Si tratterà di un “passaggio decisivo”, con una riforma dell’Irpef, riducendo gradualmente il carico fiscale e preservando la progressività e contrastando l’evasione fiscale.

Un’altra importante riforma sarà quella della Pubblica amministrazione, che dovrà essere attuata con urgenza. Agli uffici verrà chiesto di produrre un piano di smarrimento delle pratiche arretrate, istituendo nuove piattaforme per i cittadini e premiando la meritocrazia.

Ancora il governo Draghi attuerà una riforma della giustizia, che garantirà a ogni persona sottoposta a un processo lo stesso trattamento in ogni tribunale ed eliminerà la corruzione.

Mario Draghi ha poi illustrato al Senato le azioni di politica estera del Governo, sottolienando la vocazione atlantista ed europeista del suo esecutivo. Stringere il rapporto con Francia e Germania, ma anche con i Paesi dell’area mediterranea come Spagna, Grecia e Malta sarà al centro dell’operato della Farnesina.

Russia e Cina rimarranno osservati speciali, insieme alla Turchia, visti i cambiamenti politici che stanno avvenendo in questi stati. Con la nuova amministrazione Biden, Draghi ha ipotizzato un ritorno degli Usa nella politica europea. Italia e Regno Unito si uniranno inoltre alla guida del G7.

“Oggi l’unità non è un’opzione, ma un dovere guidato da ciò che sono certo ci unisce tutti: l’amore per l’Italia”, ha concluso Mario Draghi in Senato, accompagnato da un lungo applauso dell’Emiciclo.

Casellati ricorda con commozione Franco Marini

La seduta si è aperta con la presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati che ha riepilogato le nomine del presidente del Consiglio, dei 23 nuovi ministri e del sottosegretario alla presidenza del Consiglio e illustrato il calendario dei lavori. Ha poi ricordato con commozione la recente scomparsa di Franco Marini, che in vita è stato presidente del Senato e segretario del Partito Popolare Italiano, poi convogliato nel PD.

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