R. e P.

DECONTRIBUZIONE SUD: COS’E’
Tutti i datori di lavoro, ad esclusione del settore agricolo e del lavoro domestico, che operano nel Mezzogiorno e in regioni svantaggiate, possono beneficiare della cosiddetta ‘decontribuzione Sud’. L’Inps, attraverso la Circolare n. 122 del 22 ottobre 2020, ha fornito le indicazioni operative e le istruzioni contabili per usufruire del beneficio. Decontribuzione Sud è un’agevolazione introdotta dal Decreto Agosto 2020, finalizzata a salvaguardare l’occupazione nelle aree più svantaggiate del Paese, riducendo gli effetti negativi determinati dall’epidemia Covid19 sul lavoro dipendente, soprattutto in aree già caratterizzate da situazioni di disagio socio-economico. La misura consiste in uno sconto del 30% sui contributi previdenziali “a carico del datore di lavoro” per i propri dipendenti, per il periodo dal 1 ottobre al 31 dicembre 2020. L’esecutivo afferma, comunque, di essere impegnato in un “dialogo” con la Commissione Europea per estendere la misura fino al 2029. L’attuale ministro per il Sud, ha dichiarato che con Bruxelles è emersa la disponibilità a considerare la proposta grazie al suo inserimento nel più vasto quadro della riforma prevista dal Piano Sud 2030”. Per gli anni successivi, “dum spiro, spero”, l’agevolazione dovrebbe continuare con il 30% fino al 2025, il 20% fino al 2027 ed il 10% fino al 2029.
L’agevolazione è ammessa per le aziende operanti nei territori di Sicilia, Sardegna, Puglia, Calabria, Basilicata, Campania, Umbria, Abruzzo e Molise.
Al fine di garantire la legittima fruizione dello sgravio, anche nelle ipotesi in cui un datore di lavoro avesse sede legale in una regione diversa da quelle sopra elencate ma abbia in corso rapporti di lavoro che si svolgono in unità produttive/cantieri stabili nelle suddette regioni, è necessario che le Struttura Inps competente per la sede legale, a seguito di specifica richiesta da parte del datore di lavoro interessato e dopo aver effettuato i dovuti controlli, inserisca uno specifico codice di autorizzazione che assume il significato di “datore di lavoro che effettua l’accentramento contributivo con unità operative nei territori del Mezzogiorno”.
Andiamo alla effettiva quantificazione della misura “risparmio sul modello F24” secondo una mia simulazione:
L’esonero è pari al 30% della contribuzione previdenziale a carico del datore di lavoro, con esclusione dei contributi dovuti all’Inail e di contributi accessori Inps di minima entità.
Non mi soffermo sulla quantificazione del risparmio sui contratti di lavoro in Apprendistato, in quanto di importo irrilevante, considerata la già ridottissima aliquota contributiva a carico del datore di lavoro.
Prendiamo un negozio di commercio (fino a 5 dipendenti) e lo stipendio medio lordo di un/a commesso/a a tempo pieno (euro 1.600):
Contribuzione a carico del lavoratore (9,19%) = 147,00 euro
Contribuzione a carico del datore di lavoro senza Inail (26,93%) = 431,00 euro
Trattenute Irpef su reddito lavoratore = 150 euro (per effetto 100 euro D.L. 3/2020)
Decontribuzione sud (30%) = 120 euro
Ad oggi, per un/a commesso/a di negozio in forza a tempo pieno, che alla fine, è giusto ricordare, prenderà sempre 1.300 euro netti, Il datore di Lavoro si troverà a pagare “di F24”, per effetto della Decontribuzione Sud, circa 600 euro a fronte di 730. Per i part-time, basta fare le opportune proporzioni.
Attenzione: DURC permettendo e fermo restando i 300 euro di Inail che sborserà nel mese di febbraio/marzo di ogni anno.
Questa è la misura, sempre meglio di niente !!!
Qualcuno aveva immaginato di poter dare delle risposte concrete al problema occupazionale al sud ma il sottoscritto ricorda ancora con rabbia l’abrogazione della L. 407/90 che prevedeva la decontribuzione sia assistenziale che previdenziale, senza alcun tetto, al 100% per le imprese del sud. Era una legge strutturale, la nuova disciplina è uno spot valido per il solo 2020, peraltro peggiorativa in quanto non prevede alleggerimento per i contributi Inail, e ogni anno ci saranno da sudare sette camicie nella ricerca di risorse per rifinanziarla. A mio modesto parere, rimane ancora ampia la diseguaglianza economica e strutturale, anche in termini di servizi ed infrastrutture, tra le aziende operanti nelle regioni del nord e le aziende del sud.

Luigi Errigo