Le folle seguivano Gesù ed Egli sentì COMPASSIONE e compì per loro uno dei suoi più strepitosi miracoli: la moltiplicazione del pane e dei pesci. Il gesto non nasce dal bisogno di stupire o convincere i dubbiosi né è dettato da una strategia del consenso: Gesù non cerca di accattivarsi la folla, di assicurarsene l’appoggio. Il vangelo dice: sentì compassione per loro. Non si tratta di un’emozione generica, di una pietà superficiale. Compassione significa disponibilità a condividere le loro sofferenze, le loro malattie, la loro fame e la loro sete; è l’atteggiamento di chi è intenzionato a fare qualcosa per lenire il dolore, scacciare la tristezza, vincere il male. La compassione è il volto dell’AMORE, ed è per amore che Gesù spezza il pane e sfama la folla.
Gesù, per operare questo miracolo, si serve del piccolo contributo di 5 pani e 2 pesci. Questo è il modo di agire di Dio. Egli potrebbe fare da solo ma, nella sua bontà, vuole servirsi della nostra COLLABORAZIONE. “Date loro voi stessi da mangiare”. Con questo piccolo contributo sfamò 5.000 persone.
Se tutti gli uomini sapessero mettere a disposizione di Dio quello che possono dare, il mondo andrebbe certamente meglio. Non possiamo dire: è poco quello che posso fare io. Se noi daremo il POCO che abbiamo, il Signore metterà il resto. Pensiamo all’esempio di MADRE TERESA: ella seppe mettere nelle mani di Dio tutto quello che era e il Signore, servendosi di lei, compì delle meraviglie a favore di tanti poveri emarginati. Il Signore non vuole agire senza di noi. Per cui, se il mondo va male, la colpa è nostra! Dio, l’Onnipotente, moltiplicherà i nostri poveri mezzi per realizzare le sue grandi opere.
Gesù ha bisogno delle nostre MANI anche se deboli, delle nostre risorse anche se modeste. Se sono tutte riunite nelle mani del Signore diventano forza e ricchezza.
D. Enzo Ruggiero

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