di Francesco Marrapodi

La prima di Gattuso sulla panchina della Nazionale è un trionfo. L’Italia, sotto la sua guida fiera e audace, annichilisce l’Estonia con un rotondo 5-0, scrivendo una pagina storica non solo per il calcio italiano, ma soprattutto per la sua Calabria. Ringhio non poteva che iniziare così, perché se c’è una cosa che il mister calabrese ha sempre dimostrato, è che non ha mai paura delle sfide impossibili. Anzi, le cerca, le affronta, le vince.
Pochi giorni per conoscere e unire il gruppo: in Nazionale è così. Ma chi si lamenta? Non certo Gattuso, che non ha mai avuto nel suo DNA la debolezza della lamentela. Testa bassa, pedalare e lottare, fin dal primo giorno, su una panchina che scotta, più che mai, non solo per la pressione di allenare l’Italia, ma per l’onere di risollevare una squadra che porta con sé le cicatrici di un’era difficile. Da Spalletti alle rovinose sconfitte in Europa, fino alla drammatica eliminazione dalla Nations League e l’imbarazzante 3-0 contro la Norvegia.
Ma Ringhio ha la scorza dura, quella della sua terra. E quando la Calabria ti scorre nelle vene, la forza non ti manca mai. La prima gara da commissario tecnico si trasforma in un trionfo, un 5-0 che esplode come un inno alla speranza e alla forza della Nazionale. Non c’era spazio per errori, eppure quando la partita si complicava con due legni e una serie di parate straordinarie del portiere estone Hein, l’Italia non si è persa d’animo.

Nel secondo tempo, però, è un altro spettacolo. Kean, Retegui (doppietta), Raspadori e Bastoni fanno esplodere il sogno di Gattuso. Una vittoria storica per la Calabria, la prima in assoluto di un Commissario Tecnico calabrese. Un segno che, quando il cuore di questa terra batte forte, niente è impossibile. Ringhio ha scritto una pagina leggendaria per tutta la Calabria, terra che da oggi può vantare il primo allenatore nato nelle sue terre a conquistare una vittoria sulla panchina azzurra.
L’Italia di inizio estate, un po’ impacciata e fiacca, sembra rinascere sotto la guida del nuovo CT. L’intensità di Gattuso è palpabile: urla, aizza la folla, esprime passione in ogni gesto. Non c’è tempo per dormire sugli allori, nemmeno nei momenti di difficoltà. Nonostante il primo tempo senza gol, l’Italia è una squadra nuova, unita e determinata. L’Estonia si difende con le unghie e con i denti, ma il portiere Hein sembra posseduto, respingendo qualsiasi cosa arrivi verso di lui. Ma quando il calcio è destinato alla gloria, neanche il miglior portiere del mondo può fermarlo.
Gattuso, pur avendo giocato con cuore e passione, dimostra che il suo impianto di gioco è più raffinato di quanto ci si potesse aspettare. Con un 4-2-3-1 offensivo, Zaccagni e Politano sfiorano il cielo insieme a Kean, il quale funge da faro per l’attacco. Non solo cuore, ma anche qualità e velocità nelle ripartenze, con il modulo che spesso si trasforma in un 4-2-4 che mette in difficoltà l’Estonia.
E proprio da un’azione costruita tra Kean e Retegui nasce il primo gol. Un cross non perfetto di Dimarco viene accolto da un tacco geniale di Retegui per la testa di Kean, che segna al 58’. L’Estonia crolla, e l’Italia dilaga. Dopo 10 minuti, Retegui fa impazzire Bergamo con un gol che segna la sua firma definitiva, piazzando il pallone nell’angolino più lontano. Raspadori, entrato da poco, infila il tris con un colpo di testa fulminante, mentre Retegui si regala una doppietta personale e Bastoni, al termine della festa, arrotonda il punteggio sul 5-0.
Con questa goleada, l’Italia non solo mette al sicuro i tre punti, ma lancia un messaggio di forza e determinazione, con il 70% di possesso palla e 40 tiri a segno. La combinazione offensiva tra Retegui e Kean, che Spalletti aveva snobbato, dimostra che in Nazionale c’è più di una sola via per vincere. La sfida con Israele, a Budapest, sarà l’occasione per consolidare questo nuovo spirito e rilanciare le ambizioni mondiali, con chi un Mondiale sa come si vince. E chissà, magari anche con un pizzico di Calabria nel cuore.