Politici, imprenditori, professionisti e presunti ‘ndranghetisti: tutti alla sbarra! Così almeno li vuole la Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro che ha chiesto oggi il processo per 126 indagati nell’ambito dell’inchiesta Glicine.

Una indagine che era durata per ben circa cinque anni (era partita nel 2018) e che si era concentrata nel ricostruire gli assetti ma soprattutto i rapporti politico-imprenditoriali e le dinamiche criminali della locale della popolosa frazione del crotonese.

Una imprenditoria che, per gli inquirenti, sarebbe stata spregiudicata tanto quanto i politici “amici”: un sistema clientelare, un vero e proprio comitato d’affari che – sempre secondo la Dda, rappresentata dai pm Paolo Sirleo, Domenico Guarascio e Alessandro Rho – sarebbe stato interessato ad ottenere solo ed esclusivamente vantaggi personali.

Le accuse contestate sono, a vario titolo, di associazione mafiosa, associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe aggravata dalle finalità mafiose, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza, omicidio, trasferimento fraudolento di valori, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, turbata libertà degli incanti, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, falsità ideologica e materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, scambio elettorale politico mafioso, truffa aggravata.

Il Gup distrettuale ha fissato l’udienza preliminare per il 6 maggio prossimo, nell’aula bunker di Lamezia Terme.

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