R. e P.
DONNA CHE SI PETTINA
Onde dorate ,e l onde eran capelli,
navicella d’avorio un di fendea,
Una man pur d’avorio la reggea
Per questi errori preziosie quelli;
e, mentre i flutti tremolanti e belli
Con drittissimo solco dividea,
L’o’r de le rotta fila Amor coglia
,
Per formarne catene a’ suoi rubbelli
Per l’auro mar ,che rincrespado apria
Il procelloso suo biondo tesoro
Agitato il mio cuore a morte gia’
Ricco naufragio ,in cui sommerso io moro
Poich’almen fur ,ne la tdmpesta mia
Di diamante lo scoglio e ‘ l golfo d’ oro
LIVELLO TEMATICO
Il sonetto è una testimonianza di quell’ allargamento dei confini del poetabile che caratterizza la letteratura barocca. Qui il poeta utilizza due delle innovazioni tematiche proprie della lirica seicentesca: celebra una parte del corpo femminile (i capelli), costruendo su di essa innumerevoli variazioni metaforiche, e che canta una situazione quotidiana : la donna che pettina i sui capelli biondi e ondulati. Per effetto delle metafore le chiome diventano un vero e proprio mare d’oro , il pettine d ‘avorio una navicella che va errando tra i flutti , i capelli spezzati catene con le quali Amore lega i cuori ribelli
L’ immagine dominante è’ quella del mare che nel corso del componimento assume contorni sempre più minacciosi : dalle onde dorate si passa ai flutti tremolanti , per giungere al procelloso tesoro. Tutte metafore che anticipano l’ ingegnosità  e l’arguzia della terzina finale nelle quali il poeta trasforma il luogo comune del morire d’amore nell’ ardita immagine del naufragio d’amore. Se infatti i capelli della donna sono tempestose onde d’oro , il tormento d’amore che porta il poeta alla morte sarà  un naufragio , si ma ricco , dal momento che il suo cuore si è  schiantato contro uno scoglio di diamante ,ed è  annegato in un golfo d’ oro. Viene cosi riproposta, in maniera inconsueta e divertente , la coppia amore -tormento, amore – morte ampiamente presente nella tradizione letteraria .L’ immagine di morte che chiude il sonetto infatti non suscita nel lettore alcun turbamento ,ne da l’idea di un sentimento profondo e impegnativo, al contrario , tutto il componimento comunica l’ impressione di un gioco ironico e leggero , frutto di una non trascurabile abilità  tecnica.
LIVELLO DELLE FIGURE RETORICHE
Il Marino , pet sua stessa ammissione , leggeva le opere degli altri autori con la tecnica del rampino ,cioè  ammassava nella sua memoria immagini ed espressioni tratte dalle pagine degli altri autori e poi le trasferiva modificate , nei sui componimenti .In questo sonetto, per esempio ,egli utilizza la metafora dei capelli d’oro , usata e abusata soprattutto dopo l’ impiego fattone dal Petrarca , e la fonde con una figura d’uso altrettanto convenzionale , quella delle onde dei capelli . Dall’ intreccio scaturisce la doppia metafora delle onde dorate che, con innumerevoli varianti, attraversa tutto il componimento.
LIVELLI SINTATTACI E FONICI
La struttura sintattica del sonetto è diversa nelle quartine e nelle terzine. Le prime due strofe sono occupate da un unico periodo che si snoda ampio e sinuoso , scandito ogni due versi da segni da segni d’ interpunzione poco rilevanti , quasi a riprodurre il movimento ininterrotto dal pettine sulle chiome ondulate . L’effetto di aurea luminosità ‘ viene rafforzato dallo strato fonico del testo , che è ricco di suoni chiari e aperti ( e ed a) presenti soprattutto nelle rime in ea . Nelle terzine i periodi coincidono invece con la misura delle strofe , le rime sono incatenate e prevale il suono della (r) che, unito ad altre consonanti , comunica sensazioni di asprezza.
Giovambattista Marino ( 1569- 1625) poeta guida del primo Seicento , caposcuola del movimento che da lui prese il nome di marinismo – La sua produzione letteraria e molto vasta e varia : spazia infatti dalle opere di argomento religioso a componimenti d’amore ( la Lira ) , o pastorali ( la Sampogna) , a descrizioni in versi di opere d’arte( la Galleria) . Marino scrisse anche L’Adone , il poema più lungo( 40 000 versi) di tutta la letteratura Italiana.
Professore Vincenzo Bruzzaniti