Se vi trovate presso la Vallata del Torbido, non potete perdere l’occasione di visitare l’antico e nobile marchesato delle due Sicilie: Gioiosa Jonica. Nato come insediamento militare, ha conosciuto la vera ricchezza grazie alla varietà e all’abbondanza della produzione agricola, ma ancor più con la produzione e il commercio della seta, i cui traffici già nel XVI secolo raggiungevano le principali città calabresi e siciliane. Ed è a Gioiosa Jonica, che ci s’imbatte in una delle più antiche pasticcerie del paese. La pasticceria Gatto è quella che conserva e tramanda l’antica ricetta della pasta più famosa di Gioiosa: la Pasta Gioiosana, o Tambutejiu in dialetto, così chiamato per la forma delle due “coppe” unite da crema pasticcera, ricoperte da glassa bianca e ciliegina rossa al centro. Per la preparazione delle coppe, si parte dalle uova. Montato l’albume a neve con lo zucchero, viene incorporato con delicatezza il rosso, anch’esso già montato e, successivamente, viene aggiunta la farina poco per volta setacciandola. Inserito il composto in un sac-à-poche, vengono preparate le forme e infornate. Nel frattempo viene preparata la crema pasticcera, facendo cuocere il latte con un baccello di vaniglia e preparando in una casseruola il rosso delle uova con lo zucchero e farina sempre a setaccio. Il latte caldo viene unito al composto e portato ad ebollizione per tre/quattro minuti circa. Sfornate le coppe, vengono unite a due a due con la crema pasticcera, poi glassate con lo zucchero fondente e decorate con una ciliegina rossa sopra al centro. La pasticceria Gatto, con la sua tradizione, porta con sé una storia che vede nel ’33 la prima donna a Gioiosa gestire un bar e che si vide solo nel 1950 commissionare la prima torta nuziale. Nelle parole della maestra pasticcera, che ha ereditato oltre la passione, anche il segreto delle ricette originali, troviamo la meraviglia di quel ricordo: -La prima torta nuziale che fece mia madre era con le meringhe. Me lo diceva sempre. Aveva paura che si sciogliesse!-. Prima di allora i dolci che si preparavano in occasione dei matrimoni, consistevano in una “guantierina” o vassoio da 250 gr circa, di AMARETTI, PASTA REALE, PAN DI SPAGNA A QUADRETTI DECORATI CON FIORI SOPRA e torroncini. Ne risultava un assortimento di sapori e di colori che all’epoca sostituiva il nostro cartaceo e moderno “invito”.

fonte: contrattoretereal –