Questa sacra effige è un’opera imponente e profondamente evocativa di San Rocco, patrono del Comune di Gioiosa Ionica, venerato per la sua protezione e intercessione nei momenti più bui della storia del paese.

Questa statua lignea, di rara bellezza e intensità espressiva, rappresenta San Rocco in posizione eretta, con un bastone da pellegrino in una mano e l’altra mano che scopre la coscia sinistra, dove è ben visibile il segno della piaga della peste — simbolo del suo sacrificio e della compassione verso i sofferenti. Il volto è sereno, rivolto leggermente verso l’alto, con lo sguardo ispirato e pieno di fede. Alla sua sinistra, un cane fedele poggia ai suoi piedi, elemento iconografico tipico del Santo, che secondo la tradizione gli portava il pane durante la sua malattia. Il manto scuro, con fodera interna dorata, si apre in modo teatrale mostrando la tunica rossa sottostante: un contrasto cromatico che dona forza visiva e spirituale alla figura. L’aureola sul capo richiama la santità, mentre l’intera composizione, riccamente decorata, poggia su un artistico basamento barocco scolpito e dorato.

La devozione per questa statua ha radici profonde e si è ulteriormente intensificata dopo l’evento prodigioso avvenuto il 27 gennaio 1852: in quella data, durante un periodo di grande sofferenza per Gioiosa Ionica, la statua iniziò a sudare ininterrottamente per circa due ore e mezza. Fu un segno potente che toccò il cuore del popolo, interpretato come un atto di compassione e protezione divina da parte del Santo.

Per ringraziare San Rocco, ogni anno il popolo gioiosano organizza una solenne processione in suo onore. La celebrazione si distingue per il carattere coinvolgente e devozionale, con: Il ballo votivo, unico nel suo genere, accompagnato dal ritmo energico dei tamburi, che fonde fede e tradizione popolare in un’atmosfera carica di emozione. Partecipazione massiccia di devoti provenienti da tutta la Calabria e anche da fuori regione. Una fede secolare che ha reso la festa un simbolo identitario della comunità.

Questo evento così sentito ha avuto persino una risonanza nazionale, tanto che anni fa è stato incluso in uno spot pubblicitario della San Pellegrino, segno della forza simbolica e culturale della processione di San Rocco a Gioiosa Ionica.

La religiosità popolare che si manifesta nel ballo votivo durante la processione di San Rocco a Gioiosa Ionica è un’espressione profondamente emotiva e collettiva, in cui fede, identità e tradizione si fondono in un rito che va oltre il semplice atto devozionale. L’essenza della religiosità popolare nel ballo votivo Il ballo votivo non è solo una danza, ma un linguaggio del corpo che comunica una fede sentita, viscerale, fatta di gesti semplici ma potentemente simbolici. I fedeli, spesso a piedi nudi o scalzi, danzano davanti alla statua di San Rocco come atto di ringraziamento o supplica, spesso per una grazia ricevuta o desiderata. È un rito arcaico, che affonda le radici in una religiosità contadina, in cui il sacro si intreccia con la vita quotidiana, fatta di fatica, speranza e bisogno di protezione. L’emozione del ballo: tra sacrificio e liberazione L’emozione che attraversa il ballo votivo è intensa e coinvolgente. Si avverte un senso di abbandono totale, una sorta di trance collettiva in cui il danzatore entra in comunione non solo con il Santo, ma con tutta la comunità. C’è un senso di catarsi, una liberazione del dolore, della gratitudine, della speranza. È un gesto che si fa preghiera danzata, offerta del corpo come segno di devozione assoluta. Il sudore, i piedi che battono il selciato, il ritmo della musica popolare calabrese, i canti, le lacrime che spesso scorrono sui volti: tutto contribuisce a creare un’atmosfera sacra ma profondamente umana, dove il divino si rende accessibile attraverso la partecipazione collettiva. La dimensione comunitaria Questo ballo non è mai solo individuale: è un atto comunitario. Ogni persona che danza, lo fa anche a nome della propria famiglia, del proprio quartiere, della propria storia. C’è una coralità che rafforza il senso di appartenenza e identità del popolo di Gioiosa Ionica. In questo rito si conserva la memoria di generazioni, si trasmettono valori, si rinsalda il legame con le proprie radici.

In conclusione, il ballo votivo per San Rocco a Gioiosa Ionica è, in definitiva, una liturgia popolare fatta di corpi, emozioni e fede vissuta, che sfida le forme codificate del culto religioso per esprimere una spiritualità autentica, profonda, viva. È una testimonianza potente di come la devozione popolare sappia ancora oggi parlare il linguaggio universale del cuore umano.

La statua miracolosa di San Rocco non è solo un’opera d’arte sacra, ma un cuore pulsante della fede e della storia di Gioiosa Ionica. È un simbolo di speranza, protezione e identità collettiva che unisce generazioni e mantiene viva una tradizione che affonda le sue radici in secoli di devozione autentica.

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