Sette frammenti pergamenacei in caratteri greci, risalenti ai secoli X-XII e custoditi per secoli all’interno dei Corali del vescovo Calceopulus, saranno esposti per la prima volta al pubblico nella splendida cornice della Cappella Vescovile di Gerace. Ieri l’inaugurazione della mostra “Graeca a Gerace – Frammenti inediti di manoscritti greci medievali (sec. X-XII)”
Questi frammenti, autentiche rarità per il territorio calabrese, contengono parti del Vangelo di Luca, del Vangelo di Giovanni e un raro testo giuridico bizantino, testimoniando il passaggio della Diocesi di Gerace dal rito greco al rito latino avvenuto nel 1480. Si tratta di testimonianze uniche della tradizione manoscritta italogreca e della ricchezza liturgica e culturale che caratterizzava Gerace, anticamente crocevia di culture tra Oriente e Occidente.
L’evento, promosso dalla Diocesi di Locri-Gerace nell’ambito del progetto integrato MAB (Museo, Archivio, Biblioteca), è espressione dell’impegno costante di S.E.R. Mons. Francesco Oliva, Vescovo della diocesi, per la valorizzazione della memoria storica e dell’identità culturale della Chiesa calabrese. La mostra è curata da Donatella Bucca e Giuseppe Mantella, con coordinamento scientifico di Antonella Aricò, e si avvale del contributo di un’équipe di studiosi e ricercatori: Dante Palmerino, Sara D’Arrigo, Mariachiara Falcomatà, Valentina Giovinazzo e Ilenia Iozzo.
Durante l’inaugurazione sono intervenuti, oltre al vescovo Oliva, il sindaco di Gerace Rudi Lizzi, l’incaricato CEI regionale Paolo Martino, e i rappresentanti del sistema diocesano dei beni culturali Giuseppe Mantella, Giacomo Maria Oliva e don Antonio Finocchiaro. Sono seguiti gli approfondimenti accademici della professoressa Donatella Bucca, esperta di Paleografia all’Università di Messina, e del professor Marco Scarpa, docente di Filologia slava.
L’esposizione, a ingresso libero, sarà permanente e visitabile tutti i giorni dalle 9:30 alle 12:45 e dalle 15:00 alle 18:30 presso la Cappella Vescovile, piazza Tribuna – Gerace. Per informazioni è possibile rivolgersi alla Società Cooperativa Mons. Giuseppe Maria Pellicano, che cura l’accoglienza e i servizi culturali.
Un’occasione rara per riscoprire le radici bizantine della Calabria e ammirare documenti antichi che parlano ancora al cuore della fede e della storia.