“La Calabria sempre più rossa, di rabbia e di vergogna. Quella della nomina del nuovo commissario ad acta per il Piano di rientro nella nostra regione, dopo le dimissioni del successore di Cotticelli, l’improbabile Zuccatelli, assume i contorni di una sceneggiata degna del teatro dell’assurdo, da fare invidia a Samuel Beckett. Però, da ‘Aspettando Godot’ a “Indovina a chi viene a fare il commissario in Calabria” il passo è stato breve e la regia di tre Ministeri a guida Pd e LEU (Speranza, Boccia, Gualtieri), del presidente del Consiglio e del presidente della Regione si conclude con il solito coniglio dal cilindro: un’altra nomina di convenienza, per logiche di interesse interne ad equilibri che poco hanno a che fare con la tutela del diritto alla salute dei calabresi”.
E’ quanto afferma la senatrice Bianca Laura Granato (M5S) in merito alla nomina del nuovo commissario ad acta per il Piano di rientro, l’ex rettore dell’Università “Sapienza” di Roma, Gaudio.
“Nel rispetto per percorso accademico di Gaudio, non credo proprio che la Calabria sull’orlo del collasso sotto pressione dell’emergenza covid, con i danni causati dalla mala gestione e dalla corruzione che mentre aumentavano la voragine di debiti diminuivano la qualità del servizi, abbia bisogno di un cattedratico conosciuto in tutta Italia per essere indagato in un processo per truffa a Catania – afferma ancora la senatrice M5S -. Mai come in questo momento serviva la nomina di un tecnico, esperto conoscitore dei meccanismi che permettono di far funzionare una macchina sanitaria corrosa da ingranaggi ammalorati, senza macchie giudiziarie capaci di gettare ombre sull’opportunità dell’incarico. Non possono paragonare il curriculum di Strada, sicuramente a livello manageriale infinitamente più competente di un accademico”.
“E il fatto che ci siano anche il presidente facente funzione della Regione e il consigliere regionale Cannizzaro di Fratelli d’Italia a gioire per questa nomina, ci fa riflettere seriamente sulle opportunità di affidare a Gaudio questo delicato incarico – conclude Granato -. Detto questo, il Decreto Calabria 2 sarebbe stato un ottimo decreto, se messo nelle mani di una struttura commissariale adeguata, in grado di procedere con trasparenza operatività in maniera proficua. Oggi non ci sono, per quanto mi riguarda, le premesse per poterne votare in aula la conversione”.