Un’indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Lecce, in collaborazione con gli ispettori dell’Ispettorato Centrale per la Qualità e la Repressione Frodi dei Prodotti Agroalimentari (I.C.Q.R.F.), ha portato alla luce un grave caso di adulterazione nell’olio fornito alle mense scolastiche e alle residenze sanitarie per anziani. L’operazione, coordinata dalla Procura di Lecce, ha coinvolto tre imprenditori – due originari del Salento e uno della Calabria – accusati di aver commercializzato un prodotto spacciato per extravergine o biologico, ma in realtà composto da miscele di oli di scarsa qualità, tra cui quello di semi di girasole e olio lampante, quest’ultimo non adatto al consumo umano.
Le indagini sono partite in seguito a due sequestri effettuati tra la provincia di Lecce e quella di Reggio Calabria, dove è stato scoperto un impianto di imbottigliamento con oltre seimila litri di olio contraffatto. Ulteriori accertamenti hanno rivelato che la società sotto esame, attiva con numerosi centri cottura in diversi comuni del Leccese, avrebbe distribuito per anni olio di bassa qualità, violando i termini stabiliti nei contratti pubblici. Si stima che, soltanto nel biennio 2023-2024, siano state fornite illegalmente circa 38 tonnellate di prodotto, acquistate a prezzi ridotti da un complice calabrese.
Al termine delle indagini preliminari, l’Autorità Giudiziaria ha notificato l’avviso di chiusura delle indagini ai tre imprenditori, oltre che a una società coinvolta, per i reati di frode in pubblica fornitura, commercializzazione di alimenti non conformi e contraffazione di denominazioni protette. Nel frattempo, i comuni interessati sono stati allertati per valutare eventuali provvedimenti amministrativi, compresa la sospensione dei servizi di ristorazione affidati alla ditta sotto inchiesta.
L’episodio riaccende i riflettori sulla necessità di controlli più stringenti nella filiera agroalimentare, soprattutto quando i prodotti sono destinati a soggetti vulnerabili, come studenti e anziani.