R. e P.

In Fratelli d’Italia, di Denis Nesci ( nasce a Laureana di Borrello ) non si deve scoprire granchè, ha già dimostrato la scorsa volta con la candidatura in Ncd di essere presente in tutte le regioni della circoscrizione meridionale delle europee (un totale di circa quarantamila voti, stavolta punta molto più in alto). Nella Lega Vincenzo Sofo (parentela importante a Bovalino e … altrove, compagno di Marion Le Pen ) marcia con la sicurezza del predestinato. In Forza Italia il più “calabrese” di tutti sembra essere il napoletano Fulvio Martusciello, europarlamentare uscente, che gira per la regione e la locride da settimane e mesi. Peppe Pedà (il consigliere regionale di Gioia Tauro, di Forza Italia ) ha fatto la candidatura in extremis, lui vuole monitorare il terreno per ciò che gli interessa davvero, la riconferma alle regionali, dove i suoi sponsor di adesso giocheranno un’altra partita, la loro. La Campania ha il triplo degli elettori della Calabria e la Puglia il doppio. Anche nel Partito Democratico, pesa per i candidati la marginalità della Calabria, mentre il Movimento 5S è la solita incognita. Gli argomenti utilizzati dai candidati meritano attenzione, ma sembrano rimanere sospesi nell’aria, perchè l’Europa continua a rimanere distante, perchè le questioni nazionali continuano ad essere destabilizzanti per un disegno continentale, con polemiche surreali tra gli stessi giallo-verdi del governo (Salvini e Di Maio lì sono più diversi che mai). La catena e il giogo che ci imprigionano sono le contraddizioni della globalizzazione, della deregolamentazione, della recessione, del fondamentalismo e del terrorismo islamico, delle immigrazioni. Se ne patiscono i tragici effetti, ma non si riesce a fare una discussione politico-culturale che ne impedisca la precipitazione. Deve essere chiaro che, quando censuriamo gli atteggiamenti di una nazione che si avvita sugli interessi nazionali, pensiamo che questi interessi si possano proteggere, ma in un quadro unitario che vuole l’Europa consapevole e decisa a non essere penalizzata, ad esempio, dai modelli cinese o russo, “plasmati in maniera autoritaria” o da Trump che non nasconde affatto la strategia di indebolire l’Unione Europea (sfruttandone contraddizioni ed errori ). Anche perchè alla moneta unica non si è fatto seguire una politica fiscale e di bilancio, una comune politica estera e della difesa. Si è speso più tempo ad aumentare i passaggi burocratici e a scontrarsi sull’applicazione delle regole. Si pone anche qui, torniamo alla nostra circoscrizione, il punto della capacità degli eletti di far comprendere l’importanza dell’Europa. Non si può rimanere sganciati dai processi che abbiamo indicato, ma in una situazione depressa come la locride, conta tanto di più ottenere finanziamenti, avere uno schema concreto incentivi- sviluppo- occupazione, avere una Regione che fa filtro in maniera efficace. Che si sia in grande ritardo su tutto è innegabile. Eppure, con incoscienza e disinvoltura, continuano a “camminare” nei partiti i discorsi su eletti e posizionamenti interni. Ecco, vorremmo che i cittadini “strattonassero” i partiti, che partecipassero di più, per dire “spingiamo su questo, per fare un’Europa che esista davvero, che ci aiuti a venire fuori dalla crisi, che accolga nel suo Parlamento appresentanti che…facciano il loro mestiere”.
Franco Crinò